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La RIAA cambia le regole del mercato musicale: 1500 visualizzazioni valgono come un disco venduto

La novità arriva dall’America e presto sbarcherà anche in Europa. Lo sconforto degli appassionati: come può il successo di un singolo venire equiparat

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La novità arriva dall’America e presto sbarcherà anche in Europa. Lo sconforto degli appassionati: come può il successo di un singolo venire equiparato al lavoro di un intero album?

Quando è stata l’ultima volta che avete acquistato un cd originale? 

L’avvento di internet ha completamente rivoluzionato il mercato musicale, causando a sua volta la crisi del mercato discografico. Piattaforme digitali come Spotify, YouTube, SoundCloud, che permettono l’ascolto gratuito delle vostre canzoni preferite, hanno comportato una drastica riduzione delle vendite del supporto fisico non permettendo più di fornire dati certi e univoci sul numero delle copie vendute.

Per ovviare a questo problema, la RIAA (Recording Industry Association of America) ha annunciato che a partire da febbraio 2016, 1500 visualizzazioni su YouTube (o su altre piattaforme digitali) varranno come un album venduto. Ovviamente la notizia ha suscitato enormi polemiche e lo sconcerto degli appassionati di musica. Come può il successo di un singolo venire equiparato al lavoro di un intero album?
E’ un po’ come se la professoressa vi desse da leggere i Promessi Sposi durante le vacanze di Natale ed ognuno di voi si soffermasse sul primo capitolo. Raggiunto un certo numero di letture, la professoressa sarebbe obbligata a considerare il compito svolto. So cosa state pensando, in questo caso specifico sarebbe il sogno di ogni studente del mondo, ma se vi soffermaste più a lungo sulla questione vi rendereste conto che in fin dei conti non è tutto oro quello che luccica. 

Questa decisione, che sicuramente a breve verrà applicata anche in Europa (tanto per cambiare) contribuirà a rendere la musica una commodity più di quanto lo sia già. Un bene privo di particolari differenze qualitative e privo di una specifica individualità.

Di Francesca Romana Veriani

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