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Fan dell’usato? Da oggi, tesi di seconda mano pronte per voi!

A Catania, il mercatino delle pulci si popola di tesi universitarie. Di Giulia Pezzullo Sfido chiunque a non tremare di fronte alla parola 'tesi', que

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A Catania, il mercatino delle pulci si popola di tesi universitarie.

Di Giulia Pezzullo

Sfido chiunque a non tremare di fronte alla parola ‘tesi’, quell’orco cattivo che aspetta al varco tutti gli universitari desiderosi di terminare gli studi. C’è il tipo che potrebbe pensare di scriverla seriamente, quello che si vorrebbe impegnare ma non troppo, quello che “professore, mi dia qualsiasi cosa basta che sia veloce!”; e poi c’è il furbo che va a farsi un giro al mercatino delle pulci e trova valanghe di tesi già pronte a soli 50 centesimi.
È la curiosa faccenda che ha acceso gli animi degli studenti di Enna e Catania in questi ultimi giorni: Università Unict di Catania vs Università Kore di Enna, due realtà diverse che spesso e volentieri trovano astio e guerriglie di parole tra i ragazzi che le frequentano. La Unikore è un’università privata e, come tale, è spesso presa di mira da chi è convinto che i professori regalino voti e che le lauree non valgano un granché; è questo, infatti, ciò che si legge sulla pagina Facebook di Spotted Unict dal giorno della pubblicazione della foto che ritrae le tesi ennesi in vendita al mercato delle pulci di Catania: una lunga serie di commenti-scontro tra i due atenei che si punzecchiano come bambini dell’asilo alla ricerca (forse) di qualche medaglia d’onore o bravura.

Inizialmente, si pensava che le tesi fossero state frutto di un plagio bene eseguito con la collaborazione dei laureandi ad esse corrispondenti; infatti, il presidente della Kore, Cataldo Salerno, ha immediatamente avviato delle verifiche interne dopo aver escluso il furto dalla biblioteca di ateneo. Tuttavia, la relatrice prof.ssa Agata Ciavola, certa della buona fede dei suoi tesisti, ha indagato più a fondo scoprendo che i volumi erano stati rubati da un capanno di sua proprietà in campagna in cui aveva riposto degli effetti personali qualche settimana prima (tra i quali, appunto, le tesi). Il guardiano del capanno ha confermato, tra l’altro, di aver trovato il catenaccio della porta d’ingresso scassinato; è, dunque, lecito e corretto credere che i ladri, invogliati dal presumibile valore dei volumi, abbiano portato via il bottino rivendendolo poi al mercatino delle pulci di Catania.

Come afferma anche la professoressa dell’Università Kore di Enna, il fatto più grave non è il furto in sé, bensì la mancanza di qualsiasi tipo di relazione tra studenti di diversi atenei. Da un discorso di Agata Ciavola, si può estrapolare questo passaggio: “Penso che in una comunità studentesca non ci debbano essere differenze; […] mi auguro che ci sia ancora speranza di lavorare insieme senza pregiudizi”. Forse manca il senso di appartenenza ad un gruppo che è palesemente più grande dei quattro o cinque amici con cui si pranza all’università, forse non è chiaro che un team con cui scambiare opinioni e competenze è un valore da acquisire prima di entrare nel mondo del lavoro, forse comprare una tesi a 50 centesimi e copiarla è ancora un gioco troppo affascinante per uscire dall’isola dei bambini perduti.

Di Giulia Pezzullo

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