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Olio di palma: danni o benefici?

Olio di palma: danni o benefici?

È l'ingrediente più criticato dei nostri cibi industriali a causa del quotidiano utilizzo, da parte di molte industrie commerciali, nella produzione d

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È l’ingrediente più criticato dei nostri cibi industriali a causa del quotidiano utilizzo, da parte di molte industrie commerciali, nella produzione di merendine, biscotti e snack.

L’olio di palma è un alimento che ha fatto discutere molto e ancora oggi se ne continua a parlare, generando sempre più interrogativi. È per questo che, con dati alla mano, proveremo a fare un po’ di chiarezza su quello che ormai è stato definito lo “scandalo” dell’olio di palma.
Per chi non ne fosse ancora a conoscenza, questo ingrediente è utilizzato dal 70% delle industrie commerciali, e ciò vuol dire che, all’interno dei nostri carrelli finiscono molti alimenti che lo contengono, almeno in parte. Ma da quando è diventato obbligatorio indicarlo esplicitamente sull’etichetta del prodotto, senza più generalizzare con la scritta “oli vegetali”, si è scatenata una vera e propria disputa tra chi lo sostiene e chi invece lo condanna. Sì, perché dell’olio vegetale più usato al mondo sono stati valutati scientificamente sia i pro che i contro. Ma procediamo con ordine e iniziamo con l’analizzare i danni provocati dall’olio di palma.

Secondo le precedenti accuse questo olio vegetale rovina il sistema cardiocircolatorio, provoca il diabete, e probabilmente è anche cancerogeno. Come se non bastasse l’alto consumo dell’olio di palma provoca gravi danni ambientali a causa della deforestazione. Le conseguenze sono spaventose ed è comprensibile che ci sia stato un’ allarme generale, ampliato ancora più da dibattiti e ricerche. Ma vediamo se le accuse, tanto quanto le tesi a favore sono realmente fondate.
A seguito di alcune ricerche, infatti, gli scienziati si sono di molto ridimensionati su quelli che sono stati definiti i danni dell’olio di palma. A tale proposito è stato l’Istituto superiore di Sanità ad esprimere il suo parere sulla tossicità di questo olio vegetale, dichiarando che il problema sta nella grande quantità di grassi saturi che fornisce al nostro organismo, rischiando di provocare danni irreparabili alle arterie. Ma trattandosi di un grasso saturo, dovrebbe essere consumato come tutti gli altri grassi, senza distinzione tra quelli animali e vegetali, perciò le dosi dovranno essere ridotte proprio come quelle del burro e dello strutto ad esempio. “Che queste sostanze vadano consumate in modo limitato nella nostra alimentazione, perché altrimenti fanno ammalare le nostre arterie, è risaputo,” sostiene Laura Rossi, ricercatrice presso il centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione di Roma, durante un’intervista a Wired.

Per questo è sbagliato isolare il caso dell’olio di palma da tutti gli altri grassi saturi, di cui in egual misura, se ne deve fare un uso limitato. I danni che, al contrario, non possono essere contestati riguardano quelli della deforestazione, poiché a favore della coltivazione delle palme da olio si continuano a mettere a rischio interi ecosistemi insieme alla sopravvivenza di molte specie animali, tra cui l’orango. E di certo, il motivo dei continui dibattiti dal punto di vista nutrizionale sull’olio di palma, sono stati ancor più accentuati proprio a causa del forte impatto ambientale.

Dal lato opposto, ci sono i sostenitori dell’olio di palma, che per lo più fanno parte delle industrie e delle aziende produttive.
L’olio di palma è, come dicevo, l’olio vegetale più utilizzato al mondo, non solo in prodotti alimentari, ma anche nel settore energetico, farmaceutico e cosmetico e i motivi del suo consumo nelle aziende produttive riguardano soprattutto il costo, nettamente inferiore rispetto agli altri grassi animali. Inoltre in confronto al burro, permette di essere conservato con tempi maggiori rispetto ad altri prodotti, ed ha una migliore resistenza alla temperatura.

Ma dopo aver analizzato i pro e i contro, è opportuno tirare le somme considerando alcune priorità per sancire un giusto equilibrio tra il pianeta e l’uomo.
È innanzitutto necessario riconoscere come l’utilizzo di questo olio, da parte delle industrie produttive, sarebbe comprensibile solo nel caso in cui non provocherebbe un forte impatto ambientale. Di fatto, ciò può accadere solo con l’adozione di metodi eco-sostenibili per l’estrazione delle materie prime al fine di garantire un adeguato equilibrio fra gli essere viventi e l’ambiente. Ma purtroppo, ancora oggi, i metodi di pianificazione ambientale non sono stati adottati da tutti i settori e ciò continua a provocare danni inarrestabili sia per il pianeta che per l’uomo.

Di Valeria Santarelli

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