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La mafia delle Università, ossia il mercato nero degli esami

La mafia delle Università, ossia il mercato nero degli esami

In un paese come il nostro sorprende fino a un certo punto, ma ormai tutto quello che serve in un corso di Laurea è commerciabile e in vendita online.

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In un paese come il nostro sorprende fino a un certo punto, ma ormai tutto quello che serve in un corso di Laurea è commerciabile e in vendita online. Tra tariffari e mazzette il lato oscuro dell’istruzione.

Di Umberto Scifoni

Si è parlato di questo argomento più e più volte nel corso degli anni, trattato come prassi consolidata, quasi fosse, “ironia della sorte”, tematica di qualche corso accademico. Sembro ripetitivo? Forse. Ma ritorna sempre alla luce questo fenomeno: il mercato nero delle università.

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato recentemente proprio un filmato in cui si coglie in flagrante la questione,trattata direttamente da chi ha trasformato in proprio business tale azione illegale (almeno sulla carta).

Cosa viene testimoniato? Nelle bacheche di molte università proliferano annunci di consulenza per gli studenti universitari, dove in realtà si scopre l’offerta di stesura di tesi complete, senza che il laureando debba scrivere una sola parola (comodo eh). Nonostante il servizio sia punibile, per legge, fino a tre anni di reclusione, il tutto avviene come lo spaccio: sottobanco,in nero, incontri segreti, massima riservatezza, giri ristretti. Alla fine col passaparola si crea un bel mercato, giro d’affari che tocca gli 800 euro per tesi di 40 pagine per laurea triennale. Le specialistiche hanno prezzi più alti, intorno ai 2000 euro, e giustamente direi, visto l’importanza e l’utilità finale… (pensate i laureati con questo sistema).
Non crediate che sia solo qualche povero bisognoso di soldi a realizzare il tutto, tali servizi sono ormai gestiti da società che hanno illegalmente creato una rete oscura, nei sottoboschi degli studi accademici, dove gli unici che guadagnano sono loro stessi, non certo quelli che si sono ridotti a farsi fare i propri “compiti” da qualcun altro.

La situazione rimane sempre questa, se ne parla, si critica, ma alla fine tutto segue il suo corso. I rischi veri però, sono proprio dei ragazzi che ne fanno ricorso.

Di Umberto Scifoni

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