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Ritratto di una generazione in fuga: parla il rettore di UniCusano

Ritratto di una generazione in fuga: parla il rettore di UniCusano

Generazione in fuga o fuga di cervelli che voglia dirsi; questione in molti casi spinosa, ma che quando si parla di “Erasmus” si trasforma subito in u

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Generazione in fuga o fuga di cervelli che voglia dirsi; questione in molti casi spinosa, ma che quando si parla di “Erasmus” si trasforma subito in un’esperienza a dir poco positiva.

Di Carolina Saputo

Ritratti di volti giovani, impauriti e allo stesso tempo emozionati; quella voglia di andare verso qualcosa di sconosciuto che ha il sapore della felicità: sono queste alcune delle parole che forse meglio descrivono la tanto discussa “generazione Erasmus”, sostenuta e acclamata a gran voce dal panorama culturale internazionale. Se si pensa infatti all’arricchimento e alla crescita personale, alle opportunità di scambio con altri ragazzi, non si può che parlarne bene. Sembrerà curioso, ma in questo caso anche l’Italia fa la sua parte e scende in campo sostenendo questa particolare iniziativa: negli ultimi 29 anni infatti pare proprio che 350mila studenti abbiano aderito al progetto, corrispondente al 10% del totale europeo.

Ma qui non si parla del tanto temuto e famigerato “brain drain” (fuga di cervelli all’inglese), semmai del problema opposto, il “brain gain”, cioè il saper attirare i migliori professionisti dall’estero per evitare una fuga non contenibile da parte dei nostri neolaureati, i quali magari hanno già compiuto un’esperienza fuori con la voglia e la promessa di tornarci. È proprio su questo punto che vuole concentrarsi il rettore dell’Università Niccolò Cusano, Stefano Bandecchi: con i due laboratori di ricerca, uno di ingegneria e uno di biomedica infatti, si vuole lanciare un messaggio forte, una speranza di possibilità se non addirittura la certezza di un futuro. Altra questione a dir poco fondamentale poi è senza dubbio l’internazionalizzazione del proprio titolo di studio, e in questo l’UniCusano non intende farsi parlare dietro, essendo la prima e per ora unica Università italiana ad aver aperto una sede all’estero (Londra) per permettere ai propri studenti un doppio percorso che si svolge in parallelo.

Non dubitare mai delle capacità altrui, regalare possibilità e incoraggiare senza mai abbattere; sembra che qualcuno stia iniziando a farlo, ma tu riesci a crederci?

Di Carolina Saputo

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