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Gomorra 2- la serie: bentornata!

Gomorra 2- la serie: bentornata!

Finalmente l’attesa è finita: ieri su Sky Atlantic è andata in onda la prima puntata della seconda serie firmata Sollima. La famiglia Savastano, tra v

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Finalmente l’attesa è finita: ieri su Sky Atlantic è andata in onda la prima puntata della seconda serie firmata Sollima. La famiglia Savastano, tra vecchi amici e nuovi nemici, è tornata.

Di Irene Tinero

Dove eravamo rimasti? Siamo ripartiti esattamente dallo stesso punto. Alla fine della prima serie avevamo lasciato Gennaro steso sul pavimento di un teatro, ferito da diversi colpi sparati dal terribile Ciro. La seconda stagione ha inizio sul volto tumefatto di Genny, ridotto in gravissime condizioni. Ma si sa, l’erba cattiva non muore mai.

L’attenzione si concentra solo per poco su quel che resta dei Savastano, su Gennaro in ospedale e Pietro appena evaso: i riflettori tornano ad essere puntati sul terribile Ciro, probabilmente il personaggio più riuscito e coinvolgente di tutta la serie. L’Immortale riesce finalmente a stipulare un’alleanza con Don Salvatore: insieme creano “gli Stati Uniti di Scampia e Secondigliano”. Salvatore come Obama.
Si riserva un’attenzione particolare ad un personaggio piuttosto marginale della prima serie: Deborah, la moglie di Ciro. La donna è logorata dalla paura di una vendetta da parte dei Savastano, ma soprattutto teme per la vita della figlia. Forse come mai nessun personaggio aveva osato, forte della sua posizione, si ribella a Ciro, spingendosi decisamente troppo in avanti per la moglie di un camorrista: tra i due c’è del sentimento e per la prima volta vediamo Ciro in vesti completamente diverse, ma neanche questo impedisce l’irreparabile. L’addio è un funerale del tutto camorristico. Questo evento dice molto, l’irascibilità di Ciro preoccupa persino i camorristi e molto probabilmente, nel proseguo, vedremo crollare il gigante.
Gennaro contro ogni aspettativa e con una bella cicatrice in pieno viso che lo rende ancora più criminale, torna nel mondo dei vivi: tra una puntata e l’altra, passa un anno, ma il salto temporale si rivela essere un “flashback”. Ci ritroviamo in Honduras e in maniera molto macabra Genny costringe un uomo alla stessa terribile prova che era stata imposta a lui tanto tempo prima e che lo aveva cambiato nel profondo. Dall’Honduras ci spostiamo a Roma-Fiumicino, passaggio che, visto il regista, potrebbe essere un velato richiamo a Suburra e più in generale allo scandalo di Roma Capitale. Nuovamente si riparte, guidati dalla mastodontica figura di Gennaro, per Koln, Germania, dove si nasconde Pietro Savastano. Qui gli equilibri, o meglio gli squilibri, familiari tornano a farla da padrona e Genny deve ancora dimostrare al padre che è in grado di farcela: c’è però una svolta e finalmente padre e figlio avranno il coraggio di guardarsi negli occhi e dirsi la verità. Segue una disperata fuga dalla polizia che richiama molto quella di Anchise ed Enea dall’attacco della città di Troia, con il figlio che si carica il padre sulle spalle: neanche questo rinsalda la crepa ormai creatasi, a cui forse donna Imma, la cui mancanza si avverte palesemente, avrebbe trovato rimedio.

Tu pensi di aver capito che tipo di violenza andrà in onda e in un certo senso ti senti preparato, ma in Gomorra, quando credi di conoscere i meccanismi, tutto cambia nuovamente. C’è ancora più crudeltà, molta della quale, soprattutto nella prima puntata, è del tutto gratuita, quasi come se si volesse mostrare una perdita di controllo. Chi sembra essere sempre una conferma è Sollima che ripresenta una regia eccezionale: prendiamola come un sequel e non aspettiamoci tutto quello che abbiamo visto nella prima serie, ma sono convinta che anche questa volta ne vedremo delle belle.

Di Irene Tinero

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