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Non è una scuola per uomini

Secondo alcuni studi, le donne hanno i risultati scolastici migliori. Merito del sovrannumero di professoresse. Di Giulia Pezzullo Donne contro uomini

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Secondo alcuni studi, le donne hanno i risultati scolastici migliori. Merito del sovrannumero di professoresse.

Di Giulia Pezzullo

Donne contro uomini, uomini contro donne. La battaglia senza tempo che accomuna tutte le coppie della storia, tutti i rivali più grandi: le donne con la loro grazia, delicatezza e furbizia e gli uomini con la loro forza fisica, astuzia e coraggio. Nessuno può mettere in dubbio le qualità oggettive dell’una e dell’altra categoria, quelle che tutti riusciamo a distinguere in modo netto e preciso, senza cadere in vani battibecchi.

Tralasciando il fatto che non si può fare di tutta l’erba un fascio (e che quindi non tutte le donne o tutti gli uomini sono uguali), bisogna riconoscere che nel corso del tempo è stata nettamente rivalutata la posizione delle femminucce nel mondo del lavoro così come in quello dello studio. Al giorno d’oggi, almeno nei Paesi più sviluppati a livello economico e sociale, è sempre più raro sentir parlare di “lavori da uomini” e “lavori da donne”. Basti pensare alla quantità di donne ingegneri, architetti, medici, avvocati che esistono al mondo. Facendo un rapido confronto con il ruolo femminile già solo di 50 anni fa, ci si rende subito conto di quanto sia cambiata la considerazione verso il sesso ‘debole’ (debole…vogliamo parlarne? Magari in un altro articolo!): la figura della casalinga tutta casa e chiesa, mamma e moglie perfetta, vicina di casa da 10 e lode, amante focosa e donna rispettosa è ufficialmente fuori dalla visione della maggior parte della popolazione italiana; fanno eccezione tutti quei luoghi (specialmente al Sud) in cui ancora si fa fatica ad immaginare una vita diversa da quella della generazione passata.

Fatto sta che da alcuni studi condotti sull’apprendimento di ragazzi e ragazze, le femminucce risultano stare un passo avanti ai maschietti per ragioni, a quanto sembra, puramente neurologiche.

A confutare tale tesi, interviene la UCAS (Undergraduated Courses At University And College) che dichiara tramite la presidentessa Mary Curnock Cook che le studentesse riportano migliori risultati rispetto agli studenti per il semplice motivo che la maggior parte degli insegnanti è di sesso femminile. Date le alte percentuali di professoresse, che in Italia raggiungono l’80% del totale, le donne a scuola e all’università sono spronate a studiare in un modo più proficuo e, stando alle statistiche, presto saranno la popolazione scolastica prevalente. Questa spiegazione non ha natura scientifica bensì si basa su un confronto tra numeri e fatti relativi agli esami di maturità e quelli universitari dei ragazzi. Inoltre, se aumentasse il numero di insegnati uomini, gli studenti di sesso maschile avrebbero un incremento notevole delle prestazioni scolastiche, come afferma lo psicoterapeuta Alberto Pellai che sottolinea come la scuola sia interessata da un “vuoto di figure maschili”.

È strano come la mente possa fare particolari associazioni: il sesso del nostro professore influisce sull’andamento di un esame! Ci avete mai pensato? Provate a fare un riscontro con la vostra situazione e scoprite se anche per voi vale questa ipotesi.

Di Giulia Pezzullo

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