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Ancora bullismo, ancora paura

Novara, tre ragazzi agli arresti in custodia cautelare per atti vessatori, ingiurie e percosse contro compagni minorenni. Di Silvia Carletti Non è la

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Novara, tre ragazzi agli arresti in custodia cautelare per atti vessatori, ingiurie e percosse contro compagni minorenni.

Di Silvia Carletti

Non è la prima volta che ci troviamo a dover parlare di bullismo. Purtroppo qui i casi si presentano all’ordine del giorno, pensate che in Italia ben 1 ragazzo su 5 è stato o è vittima di bullismo.

Proprio negli ultimi giorni a Novara i Carabinieri hanno avuto a che fare con tre ragazzi di una scuola superiore, tre ventenni che sul curriculum scolastico riportavano già una bocciatura e che manifestavano comportamenti aggressivi nei confronti dei loro compagni, sottoposti puntualmente a ritorsioni, percosse, e scherzi poco piacevoli. I testimoni inizialmente non avevano il coraggio di denunciare ciò che succedeva tra le aule e tendevano a sottovalutare l’atteggiamento dei tre ragazzi, che consideravano soltanto come “esuberanti”, niente di più.

Sottovalutare porta inevitabilmente a giustificare certe azioni e a vederle come “giochi”, quando in realtà la situazione era già molto grave: all’interno delle rispettive case, gli studenti indagati avevano un gran bell’armamentario “da bulli doc”, con tirapugni, pistole giocattolo modificate e piante di marijuana.

Non mancavano minacce e lesioni (fortunatamente non gravi) alle vittime, molte delle quali, spaventate e in continuo stato di tensione, avevano cominciato a pensare di non presentarsi più alle lezioni o cambiare addirittura scuola.

Mi chiedo come sia possibile rimanere in silenzio di fronte atti simili, e perché si ha paura di intervenire anche quando si ha ragione? Il timore è paralizzante, ma la vigliaccheria non è ammessa in queste situazioni. Fortunatamente alcune delle vittime hanno deciso di parlarne in famiglia, e i genitori hanno immediatamente contattato scuola e Carabinieri. Quando si era sparsa la voce che l’istituto sarebbe stato sottoposto a indagini, due dei tre ragazzi imputati hanno minacciato con un coltello un testimone e una vittima affinchè non riferissero nulla di ciò che avevano subito ai professori. I simpaticoni infatti oltre alle minacce verbali e alle “tipiche” botte accompagnavano sempre le loro bravate con coltelli o altri oggetti utili nelle risse.

Attualmente sono in custodia cautelare per “condotte vessatorie a mezzo di ingiurie, percosse e moti di scherno nei confronti di minori” e oltre a non poter comunicare in nessun modo tra loro e con l’esterno (hanno telefono e profili social bloccati) devono rispettare la distanza dalle case delle vittime di almeno trecento metri.

Per la prima volta si attua questo tipo di provvedimenti nella provincia di Novara, sperando che sia uno spunto di riflessione e un deterrente per eventuali situazioni future.

Di Silvia Carletti

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