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La Turchia di Erdogan nelle mani della repressione

La Turchia di Erdogan nelle mani della repressione

Si rompe il ponte tra Occidente e Oriente e le misure repressive del governo turco riportano il Paese indietro nel tempo. Di Benedetta Frantellizzi So

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Si rompe il ponte tra Occidente e Oriente e le misure repressive del governo turco riportano il Paese indietro nel tempo.

Di Benedetta Frantellizzi

Sono giorni di caos per la Turchia dopo il fallimento del colpo di stato e il rientro ad Ankara del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Annunciato lo stato di emergenza per tre mesi nel Paese e la temporanea sospensione della Convenzione Europea per i diritti umani, la furia post-golpe del presidente turco colpisce le principali istituzioni del Paese con arresti ed epurazioni.

Magistratura, media e forze armate i settori maggiormente coinvolti, ma non appena è il mondo dell’istruzione ad essere implicato arrivano forti polemiche e condanne.

L’Università Politecnica delle Marche condivide la dichiarazione dell’European University Association, adottando una ferrea condanna contro le 1.577 dimissioni forzate di alte cariche delle università turche.

A promettere solidarietà agli statali dimessi dai loro incarichi in questi giorni sono tutti i paesi dell’Europa ed anche la Casa Bianca, che invita la Turchia al rispetto dei valori della costituzione.
La politica di Erdogan scatena il dissenso della cancelliera tedesca Angela Merkel, che la definisce contraria allo stato di diritto, e del ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni il quale vede un possibile avvicinamento dell’Ue alla Turchia solo in caso quest’ultima sia democratica.

Il piano attuato dal governo turco è contro il rispetto dei diritti civili dei singoli e delle collettività e soprattutto contro la libertà di insegnamento e di ricerca.
Un piano retrogrado per molti versi che risospinge la Turchia verso una chiusura sociale allontanandola sempre più dai valori occidentali.

Si parla del ritorno alla pena di morte e molti fondamentalisti islamici inneggiano all’imposizione del velo alle donne.

Il golpe in Turchia ha dato una spinta alla politica conservatrice di Erdogan, conducendo il Paese verso una cieca chiusura basata sulla repressione sociale, a scapito di valori europei già ben poco radicati nella cultura turca.

Di Benedetta Frantellizzi

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