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Rimborso a rischio per i precari della scuola

Le ultime sentenze neutralizzano la Corte europea. #FacceCaso. Dal 2014 ad oggi, un centinaio di docenti della provincia di Belluno, ha chiesto l’inde

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Le ultime sentenze neutralizzano la Corte europea. #FacceCaso.

Dal 2014 ad oggi, un centinaio di docenti della provincia di Belluno, ha chiesto l’indennizzo per aver lavorato più di 36 mesi con contratti a termine e sempre con la stessa amministrazione.

In pratica da quando la Corte di giustizia europea ha imposto all’Italia di adottare misure energiche per tutelare lavoratori della pubblica amministrazione con più di 36 mesi d’esercizio con contratto a tempo indeterminato, che non sono stati stabilizzati.

“Il problema è che la pubblica amministrazione, soprattutto nell’abito dell’istruzione, non si è curata di attuare la norma che impone l’assunzione di chi lavora con contratti a tempo per più di 36 mesi. Per questo si è passati a un risarcimento in denaro. Questi corsi sono partiti ancora qualche anno fa, quando c’è stata la sentenza della Corte di giustizia europea. Ma l’esito per chi ha fatto finora ricorso non è stato positivo” ha precisato Lorella Benvegnù, segretaria della Cisl Scuola.

Stando ai sindacati, la richiesta di rimborso non ha grande possibilità di essere accolta: “Per quanto ci riguarda noi continuiamo a portare avanti questa battaglia per chi vuole andare avanti, anche se le possibilità di vittoria si sono ridotte al lumicino. È stato trovato l’escamotage per superare questo problema che avrebbe portato problemi economici al governo e al ministero dell’istruzione, visto che nel mondo della scuola la maggior parte dei lavoratori sono stati sottoposti a contratti a termine e per più di 36 mesi”. #FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

 

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