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Gli Istituti Tecnici Superiori ( ITS ) formano nuove le figure professionali

Gli Istituti Tecnici Superiori ( ITS ) formano nuove le figure professionali

Non solo università ma anche e soprattutto ITS: sono loro i protagonisti dell’“ITS Day”, evento organizzato dal Miur per confrontarsi con i rappresent

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Non solo università ma anche e soprattutto ITS: sono loro i protagonisti dell’“ITS Day”, evento organizzato dal Miur per confrontarsi con i rappresentanti del mondo dell’economia e del lavoro sul cambiamento che questi hanno subito negli ultimi anni

In una società che progredisce grazie all’innovazione tecnologica e alle nuove esigenze dei cittadini, anche il mondo del lavoro ne risente, spesso positivamente, ampliandosi. Questo vuol dire nuovi lavori e altrettante nuove figure professionali, magari sconosciute sino a qualche anno fa.

Per questo sono stati istituiti, già da qualche tempo, gli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori che mirano a fornire una formazione specializzata di tipo superiore, più pratica rispetto a quella universitaria.

Si tratta di “scuole ad alta specializzazione tecnologica” che servono a creare figure professionali pronte ad entrare nel mondo del lavoro, rispondendo alle nuove esigenze delle imprese.

Proprio questi istituti sono stati l’argomento fondante della giornata “ITS Day – Competenze per l’Italia 4.0” organizzata dal Miur e partecipata da esponenti del mondo dell’economia (Marco Leonardi, consigliere economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Giovanni Brugnoli, vice presidente di Confindustria) e del lavoro (Riccardo Giovani, direttore delle politiche sindacali e del lavoro di Confartigianato).

I partecipanti hanno intrattenuto un dibattito sul cambiamento del mondo del mondo della produzione, sostenendo l’esigenza di disancorarsi dalle classiche figure professionali, dovendosi invece prestare attenzione a quelle nuove, anche sulla scia delle innovazioni tecnologiche.

A questo servono gli ITS e pare che abbiano anche un enorme successo, come afferma Gabriele Toccafondi, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione: “I numeri degli ITS ci dicono che il sistema funziona. Quando c’è integrazione tra le aziende e il mondo della scuola i risultati si vedono:

93 fondazioni, 8.589 attualmente iscritti, 370 percorsi attivati, 2.034 sono i soggetti partner di cui 681 sono imprese, dei 6.304 diplomati nel triennio l’80% è occupato a 12 mesi dal diploma. Adesso occorre dirigersi verso un obiettivo chiaro, quello di aumentare questi numeri in quantità e qualità.

Il sistema ITS ha questi risultati perché risponde al fabbisogno delle aziende, formando quelle figure professionali, altamente qualificate e caratterizzate da flessibilità ed innovazione, come il sistema produttivo richiede.

C’è un Paese che deve dare risposte e la risposta deve essere corale. Come sistema d’istruzione dobbiamo essere pronti e veloci a rispondere ai cambiamenti del mondo del lavoro; dobbiamo lavorare sulle competenze, sul loro sviluppo, sul senso critico, il problem-solving, il lavoro di gruppo e le abilità interpersonali e comunicative, per dare quindi ai ragazzi strumenti che permettano loro di essere pronti al cambiamento come processo continuo”.
Il successo, che si realizza soprattutto nella velocità e facilità occupazionale subito dopo aver terminato il corso, è dovuto, oltre alle alte competenze specialistiche acquisite, anche alle molte ore passate all’interno delle imprese a titolo di tirocinio formativo, come previsto obbligatoriamente dalla legge.

Quello che ne deriva è quindi un nuovo strumento di formazione terziaria che tutti farebbero bene a tenere in considerazione, anche quando di continuare con l’università non si ha proprio voglia.

#FacceCaso

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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