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Gabriele Frasca, un autore troppo “vivo” per diventare professore universitario

Gabriele Frasca, un autore troppo “vivo” per diventare professore universitario

Gabriele Frasca, un autore geniale bocciato all’esame di abilitazione per diventare professore universitario in Letterature Comparate. Avete mai sent

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Gabriele Frasca, un autore geniale bocciato all’esame di abilitazione per diventare professore universitario in Letterature Comparate.

Avete mai sentito parlare di Gabriele Frasca? Forse no, perché siamo, soprattutto in Italia, abituati a confrontarci con il passato e non con il presente.

Gabriele Frasca è uno scrittore italiano, apprezzato e conosciuto all’estero, poco da noi. Italianista, comparatista, studioso e traduttore di Beckett e Dick, mass-mediologo, autore di alcuni dei più importanti studi a livello europeo sul rapporto tra oralità e scrittura, già Presidente della Fondazione Premio Napoli, Frasca, da autore contemporaneo non si ferma allo studio dei suoi colleghi ormai passati ma sperimenta, cerca sempre qualcosa di nuovo, analizza quello che gli altri nemmeno si accorgono che esiste.

Eppure, dall’alto di una preparazione così ampia, Frasca è stato bocciato per la seconda volta all’esame di abilitazione per diventare professore universitario di prima fascia in Letterature Comparate. La motivazione? Studierebbe gli autori e i fenomeni sbagliati (per la commissione), che stentano a prendere piede nel panorama della letteratura contemporanea, italiana.

Ancora una volta sono stati in molti a prendere le sue difese, tanto che ben otto studiosi umanisti, da Alberto Abruzzese a Roberto Antonelli, hanno redatto un manifesto con il quale denunciano il tipo di esame utilizzato dalla commissione per individuare i futuri professori universitari, “un dispositivo che penalizza gli studiosi più innovativi” e che avvantaggia chi si appiattisce sullo studio del passato.

Non accetta il verdetto Gabriele Frasca che infatti ha già presentato ricorso, denunciando un caso di conflitto di interesse della commissione giudicante in quanto tra i candidati esaminati “ci sarebbe la compagna di uno dei commissari”.

Al di là degli aspetti legali, ciò che fa riflettere è come in molti altri autori e studiosi abbiano speso parole a sostegno della battaglia di Gabriele Frasca, come Lello Voce (autore e poeta italiano) in un articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”.

Lello Voce scrive con parole forti che “Frasca si ostina a studiare i poeti sbagliati (come dice sostiene la commissione giudicante), quelli che danno fastidio all’Accademia, anche perché l’Accademia, arretrata e impreparata com’è, su quelli non saprebbe che dire. Anzi, l’esistenza stessa di codesti “fenomeni letterari che stentano a imporsi nel panorama italiano” sta lì a dimostrare quanto tristemente, inutilmente epigonica sia l’accademia che sa studiare solo epigoni.

[…] Perché l’Accademia italiana (e di conseguenza, ahimè, anche gran parte della piccolissima, minima fetta d’italiani che s’interessa di poesia) ama solo i poeti morti, al limite quelli zombie. Verrebbe da dire perché così può essere certa che l’oggetto del suo studio non potrà mai mettere in discussione la mediocre filologia e la pessima ermeneutica che viene applicata al suo corpus artistico-letterario”.

Senza alcuna pretesa di entrare nel merito delle valutazioni che hanno portato la commissione giudicante a bocciare Gabriele Frasca, è da registrare però che in Italia, in molteplici campi, si tende ad avvantaggiare chi conosce tutto del passato, rimanendone ancorati, dimenticando invece che è importante anche guardare al presente e al futuro.

#FacceCaso

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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