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Pensioni di garanzia per giovani e lavoratori discontinui

Pensioni di garanzia per giovani e lavoratori discontinui

La nuova legge di bilancio sta strizzando l'occhio al nostro futuro. Tra pensioni di garanzia e news sul lavoro i punti caldi sono molti. Nella legge

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La nuova legge di bilancio sta strizzando l’occhio al nostro futuro. Tra pensioni di garanzia e news sul lavoro i punti caldi sono molti.

Nella legge di bilancio prevista per i primi mesi dell’autunno, dovrebbero esserci anche alcuni accenni riguardo il sistema pensionistico in generale (con le pensioni di garanzia in testa) ma anche le modifiche dell’articolo 38 della costituzione. Queste, dovrebbero assicurare l’equità nei trattamenti previdenziali e assistenziali in tal modo da garantire anche ai giovani una giusta pensione col passaggio al sistema contributivo.

Un altro punto in agenda riguarda pensione di garanzia per i giovani e per i quarantenni con carriere discontinue.
Per ricevere questo tipo di pensione, che è un po’ come se fosse un sussidio, bisogna avere almeno 20anni di lavoro con altrettanti anni di contribuzione.

Può essere assegnata a tutti coloro che sono stati assunti dal 1° gennaio 1996, in particolare se le loro sono carriere discontinue, che non beneficiano delle integrazioni al minimo previste dal sistema retributivo.
650 euro per chi ha 20 anni di contributi, che possono aumentare di 30 euro al mese per ogni anno in più fino a un tetto massimo raggiungibile di mille euro.

È più di un’ipotesi di studio quella che è al vaglio delle menti del Partito Democratico. Conferma Tommaso Nannicini il responsabile del lavoro all’interno della segreteria del Pd: “Il Pd farà una proposta, che studieremo e approfondiremo, sulla pensione di garanzia per i giovani, con un reddito minimo e per rivedere il meccanismo di adeguamento automatico dell’età pensionabile”.

Anche Il ministro Poletti si è espresso a riguardo e ha sottolineato che quella della pensione contributiva di garanzia è una delle questioni da affrontare in tempi rapidi, tenendo conto anche degli accordi presi con i sindacati nello scorso anno.
Poletti ritiene che sia opportuno ridurre le penalizzazioni per le donne e per i giovani, ed ha citato il dato del 26% di domande di accesso all’Ape social (la pensione anticipata). Queste, sono state presentate dalle donne per sottolineare la difficoltà delle lavoratrici a “raggiungere 30 o 36 anni di contributi”, perché impegnate nel lavoro in famiglia alle prese con figli e genitori.
Inoltre conclude dicendo che “occorre trovare uno strumento che possiamo chiamare pensione di garanzia”, affinché anche giovani in difficoltà, magari anche studenti possano accedervi.

#FacceCaso

Di Gianmarco Saulli

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