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Adesso si risarciscono gli stupratori

Quando la giustizia trasforma l'assurdo in realtà. È un enorme paradosso la storia di Davide Zaccarelli, operaio di Faenza. Una storia che è un’immens

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Quando la giustizia trasforma l’assurdo in realtà.

È un enorme paradosso la storia di Davide Zaccarelli, operaio di Faenza. Una storia che è un’immensa ingiustizia e lascia l’amaro in bocca. Siamo nel 2007. Elisa, sua figlia, frequenta il liceo artistico della zona. C’è un prof fra gli altri, che a scuola va a genio proprio a tutti, di quelli con un rapporto giovane con gli studenti, fresco, di confidenza. Troppa. In un ascensore, il prof non resiste alla vista del corpo di Elisa, la confidenza diventa irruenza, l’irruenza si trasforma in violenza. La ragazza rimane profondamente turbata. Parte il processo contro il disgraziato, la giustizia penale lo condanna a tre anni di reclusione, ne sconterà tre mesi. Ne parte un altro, che lo costringe a risarcire la famiglia Zaccarelli di 65 000 euro. Puff. Dalla notte al giorno sparisce fino all’ultimo soldino dal conto del professore, la Finanza lo scopre e si procede col sequestro del conto dei genitori. I familiari di Elisa non ci stanno ad accettare che l’offesa a loro figlia il vecchio l’abbia fatta gratis. Parte il processo in sede civile, e qui realtà e barzelletta di cattivo gusto cominciano a confondersi. Il giudice emette una condanna per un risarcimento di 40.000 euro. A pagarli, però, deve essere la famiglia Zaccarelli, per le spese processuali e per il sequestro dei beni verso i genitori del prof dalle mani lunghe. Quando si parla di giustizia civile tocca pagarli subito. A Davide viene tolto un quinto dello stipendio al mese, non possono pagare neanche uno psicologo per Elisa, per farle dimenticare quell’offesa su un corpo troppo giovane. La ragazza, 7 anni dopo, 23 anni, scrive una letterina alla famiglia: le spiace sia finita così. Il suo corpo pende poco dopo da una corda in una stanza. All’ingiustizia si aggiunge l’orrore del lutto. È il giugno del 2014.

La notizia di questi giorni sapete qual è? Davide Zaccarelli deve ancora pagare il suo assurdo conto ai “cattivi” della storia, e lo fa lavorando ogni mese per sua moglie e il suo figliolino. Arriva un’ingiunzione dall’avvocato del prof, ora deve tirar fuori 21 mila euro entro 10 giorni o comincerà la pignorazione dei beni in casa sua. Davide vuole soltanto dimenticare il prima possibile quest’assurda faccenda firmata “Giustizia Italiana”. Ma tutti quei soldi, così insieme, sono davvero troppi. Sul suo profilo facebook da qualche giorno si vede il suo Iban bancario. Un ultimo appello disperato, che rompe il silenzio di un uomo e di una famiglia vittime di una storia assurda e ingiusta che è molto più di un incubo.

Di Francesco Bechis

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