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Crolla il muro fra scuola e lavoro

Crolla il muro fra scuola e lavoro

Con l'obbligatorietà dell'alternanza scuola-lavoro gli studenti si apprestano a vivere una nuova dimensione, molto più stimolante ed utile per il loro

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Con l’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro gli studenti si apprestano a vivere una nuova dimensione, molto più stimolante ed utile per il loro percorso.

“Per molto tempo l’alternanza scuola-lavoro è stata quasi un tabù a causa della difficoltà a dialogare tra questi due mondi. C’è voluta una crisi per far riflettere sul significato del lavoro inteso come valore e non solo come mezzo di guadagno”. Queste, le parole della preside dell’istituto Badoni di Parma Luciana Donelli. L’innovativo progetto, incentrato sull’organizzazione di corsi di formazione per tutor rivolto agli insegnanti e portato avanti con orgoglio dal Badoni, è stato favorevolmente accolto e condiviso da numerose scuole superiori della provincia di Parma, Piacenza e Reggio (specialmente nel settore tecnico, economico e professionale). I partecipanti al corso hanno avuto il compito di elaborare delle vere e proprie schede per valutare le competenze dei ragazzi che prenderanno parte all’alternanza scuola-lavoro.

Con l’introduzione della nuova legge che prevede almeno 400 ore di lavoro nel triennio (terzo, quarto e quinto) per gli istituti tecnici e professionali e 200 per i licei, l’alternanza scuola-lavoro diventa un obbligo ed è un bene, considerando che per i ragazzi si tratta di un’occasione per mettersi alla prova e toccare con mano cosa significa esattamente assumersi delle responsabilità, operare in gruppo, in situazioni di disagio… Insomma, far affiorare tutte quelle competenze che vanno al di là delle conoscenze puramente teoriche. Il mondo del lavoro esige autonomia, saper comprendere e interpretare documenti, essere in grado di acquisire informazioni, il progetto ha l’obiettivo di far capire ai ragazzi che il lavoro è un qualcosa che va fatto con grande passione ed energia. A questo proposito Arianna Conca, responsabile selezione e formazione del Gruppo Chiesi ha detto: “Per noi è un successo quando i giovani escono ispirati da qualcosa, o quando, ad esempio, capiscono l’importanza di conoscere l’inglese”.

L’alternanza è vista come un’opportunità anche per il mondo del lavoro, come sottolineato da Giovanni Rapacioli, AD della piacentina H&S: “L’alternanza scuola-lavoro si è dimostrata una nuova versione dell’ufficio di collocamento. Certo, non bastano i 15 giorni di stage, per questo richiamiamo i ragazzi in luglio e agosto pagandoli”. Lo studio e il lavoro dovrebbero andare di pari passo. Ci auguriamo che questa iniziativa rappresenti il primo mattone di un ponte fatto di collaborazione, intesa e obiettivi comuni che porrà finalmente fine al divario che per troppi anni ha tenuto lontano questi due mondi.

Di Francesca Romana Veriani

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