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La “Buona Scuola” torna a far parlare di sé. Futuri docenti sul piede di guerra

L’abilitazione per insegnare non serve più. Tre anni di tirocinio a 300 euro al mese e mansioni affini o aderenti a quelle dei normali docenti. Che si

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L’abilitazione per insegnare non serve più. Tre anni di tirocinio a 300 euro al mese e mansioni affini o aderenti a quelle dei normali docenti. Che si tratti dell’ennesima ingiustizia?

Cari studenti, per una volta provate a mettervi dall’altra parte. Immaginate di aver studiato 5 anni per prendere una laurea magistrale, di aver messo da parte 3000 euro per prendere un’abilitazione e di avere un sogno, quello di fare l’insegnante. C’è la crisi ma il tempo passa, non si ferma.. e quel desiderio di avere una famiglia anche se si è precari è incontenibile. Avete una casa, magari in affitto, con le bollette da pagare, un figlio da crescere e dei studenti da educare. Ogni giorno andate a scuola con l’idea che ricoprirete un ruolo importante nella vita di ciascuno dei ragazzi che vi troverete davanti ma con la consapevolezza che per i prossimi tre anni pur ricoprendo mansioni affini o aderenti a quelle dei normali docenti, guadagnerete 300-400 euro al mese.

Per fare l’insegnante ci vuole passione, coraggio e pazienza, tanta pazienza. Ma la pazienza ha un limite che questa volta forse lo Stato ha largamente superato. Gli insegnanti sono sul piede di guerra e tutti i torti non ce l’hanno. La legge n.107 del 2015, meglio nota come “Buona Scuola” torna a far parlare di sé

Avete presente il famoso concorso a cattedra (riservato ai soli docenti abilitati) che conferiva la possibilità di diventare a tutti gli effetti un insegnate? Con l’introduzione della nuova legge, non solo sarà aperto a tutti i laureati magistrali (abilitati e non) ma aprirà le porte a tre anni di tirocinio negli istituti con una retribuzione di 300 euro al mese.

Il MIUR davanti alle proteste dei docenti abilitati afferma che “l’abilitazione è un titolo utile per l’insegnamento ma non è una garanzia che si insegna al 100%. Noi non stiamo costruendo il nostro lavoro pensando ai bocciati – gli abilitati che non passeranno il concorso del 2016 – ma pensando ai 63mila che saliranno in cattedra. Il concorso precedente aveva 300mila partecipanti e 12mila cattedre, ci sembra si stia facendo già tanto”.
La deputata a cinque stelle Silvia Chimienti commenta: “il concorso del 2016 sarà bandito su 63mila posti, a fronte di una platea di circa 200mila partecipanti. Ciò significa che almeno 120mila docenti abilitati dovranno ripartire da zero con i nuovi concorsi insieme ai neo laureati e affrontare un ulteriore triennio di tirocinio a scuola con una retribuzione di 300 euro mensili. Pura follia. Un ennesimo concorso farsa che va a attestare per la centesima volta le competenze di persone che insegnano anni a scuola e che hanno speso 3000 euro per abilitarsi, seguendo percorsi impegnativi fatti gli esami e tirocinio”.
Insomma, un apprendistato con contratto sottopagato rispetto alla mansione, supplenti gratis per i presidi e tanta tanta rabbia. Come potrà un docente in queste condizioni svolgere bene il suo lavoro? Ragazzi siate clementi, la speranza è l’ultima a morire e il bando, che doveva essere pubblicato entro il primo dicembre del 2015 tarda ad arrivare.. speriamo che le novità introdotte dalla nuova legge, presentate come un passo verso il merito e la semplificazione, non si traducano per l’ennesima volta nella solita ingiustizia. 

Di Francesca Romana Veriani 

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