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Macchina-Uomo 1-0: in Corea del Sud testano taxi senza conducente nell’Università per studenti disabili

Alla Seoul National University un gruppo di giovani ricercatori ed ingegneri sta mettendo a punto un mezzo dedicato agli studenti disabili. Com'è che

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Alla Seoul National University un gruppo di giovani ricercatori ed ingegneri sta mettendo a punto un mezzo dedicato agli studenti disabili.

Com’è che si dice? “La Befana viene di notte con le calze tutte rotte”? Sì, qui da noi va così. In Corea del Sud, quest’anno, avranno detto: “La Befana viene di notte con… la macchina del futuro”! Una equipe di giovani ricercatori ed ingegneri della Seoul National University, capitanati da Seo Seung-Woo (direttore dell’Intelligence Vehicle IT Research Center), sta lavorando un progetto davvero eccezionale.
Stanno mettendo in piedi, o, meglio, su quattro ruote, un taxi senza conducente, per poter trasportare gli studenti disabili all’interno del campus.“SNU Automated Drive”, questo il nome del veicolo, è già in strada e ha percorso oltre 4mila metri quadrati solo nell’ultimo semestre. Per spostarsi, fa uso di una applicazione vocale, sempre prodotta dall’Ateneo, fondamentale per l’impostazione della rotta. Inoltre, non supera i 30km/h, sia per un discorso di sicurezza che per rispettare i limiti di velocità presenti nel campus: il tutto, grazie ad una specie di torretta che funge da occhio esterno e che valuta rapidamente le condizioni stradali e gli eventuali ostacoli. Al momento però, a causa di (giuste) leggi che vietano la circolazione a mezzi privi di conducente, a bordo della vettura c’è anche una persona che, in caso di necessità, può prenderne il controllo rapidamente.

La Corea del Sud non è sola. Anche in Giappone si stanno muovendo in questa direzione. Qui, a fare da capofila c’è la “Robot Taxi inc.” che punta ad offrire un servizio completo entro il 2020. C’è poi anche la Grecia, dove i “CityMobil2”, autobus senza conducente, stanno prendendo piede al punto che la General Motors è pronta ad investire ben 500mln.

Intanto, però, decine di studenti disabili avranno molti meno problemi: questo, è il bello della scienza.

Di _Riccardo Zianna_

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