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Lo scotto di essere disabile in un Paese che “predica bene e razzola male”

Ogni giorno decine di migliaia di genitori di ragazzi disabili si trovano a combattere con la burocrazia italiana invano. Dove andremo a finire? In un

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Ogni giorno decine di migliaia di genitori di ragazzi disabili si trovano a combattere con la burocrazia italiana invano. Dove andremo a finire?

In un paese che ha messo al bando le classi differenziali nel 1997 e che nel 2016 parla di “buona scuola” lasciare indietro un bambino disabile dovrebbe risultare surreale, ma non è così.

Non è così in moltissime scuole italiane dove ogni giorno decine di migliaia di genitori disperati si trovano a combattere con la burocrazia italiana invano ed esposti al direttore dell’ufficio scolastico regionale, o quello alla polizia di stato sono all’ordine del giorno. Non è così nella scuola media Fucini-Roncalli di Gragnano (Napoli) dove il piccolo N. ancora una volta è stato lasciato indietro. N. non frequenta la classe alla quale è destinato ma trascorre ore e ore “segregato” dinanzi ad un Pc che manda in continuazione le stesse immagini di un film.

Le richieste disperate dei genitori di parlare con il dirigente scolastico non vengono prese in considerazione. L’indifferenza con cui viene affrontata questa problematica non fa che alimentare il senso di nausea, rabbia e soprattutto sdegno nei confronti di un paese che “predica bene e razzola male”. Adesso andate a chiedere a N. che non l’ha mai conosciuta, cosa sia esattamente questa “buona scuola”.

Di Francesca Romana Veriani

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