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Dalle tenebre alla luce: in Kenya oggi riapre l’università di Garissa

Dopo gli attentati del 2 aprile si risveglia l’università kenyota, ma serve a poco. “Quella mattina del 2 aprile ogni angolo del Kenya ha perso un fig

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Dopo gli attentati del 2 aprile si risveglia l’università kenyota, ma serve a poco.

“Quella mattina del 2 aprile ogni angolo del Kenya ha perso un figlio o una figlia nei quali aveva riversato le sue speranze e si è risvegliato scoprendosi indifeso dinanzi alla minaccia oscura di un radicalismo dalla violenza senza freni”. Ricorda cosi Tommy Simmons, fondatore di Amref Italia, i tragici eventi avvenuti in Kenya il 2 aprile scorso: 148 persone trucidate freddamente da un manipolo di miliziani somali di al-Shabab nell’università di Garissa. I miliziani, riporta Simmons su la Repubblica, fecero irruzione nell’università la mattina presto e fucilarono gli studenti ancora nei dormitori, dopodiché radunarono i superstiti e li uccisero uno per uno nella piazzola. Studenti come loro, studenti che venivano da ogni parte del paese, studenti che di li a poche ore avrebbero iniziato una normale giornata di studi.
12 gennaio, quasi un anno dopo, riaprono le porte dell’accademia. Il presidio di polizia è stato aumentato, il perimetro rinforzato e gli immobili, in gran parte distrutti nella sparatoria, restaurati. E’ difficile però che la situazione torni presto all’antica normalità; studenti e professori sono diminuiti di circa il 50% e il personale sanitario del 75%, cifre che corrispondono agli individui fuori sede presenti qui un tempo. Oggi, infatti, a rientrare all’università saranno per lo più indigeni e operatori del luogo. Terrorismo e violenza hanno vinto, per ora, ma tutti noi ci auguriamo che Garissa possa tornare presto a rappresentare quel polo multiculturale e pieno di speranza che è stato per il Paese prima che la stupidità umana lo oscurasse con la sua banalità.

Di Giulio Rinaldi

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