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La riforma Renzi-Giannini e l’interdisciplinarità

Classi di concorso ridotte da 168 a 116. Laureati in ingegneria che potranno insegnare matematica al liceo. Riempito il gap delle discipline artistico

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Classi di concorso ridotte da 168 a 116. Laureati in ingegneria che potranno insegnare matematica al liceo. Riempito il gap delle discipline artistico-musicali. Che sia la volta buona per allineare il fabbisogno dei docenti alle abilitazioni?

 

Se fino ad oggi l’interdisciplinarità ha rappresentato un punto chiave della riforma Renzi-Giannini solo a parole, dopo una lunga attesa caratterizzata da numerosi rinvii (l’ultimo venerdì scorso), questa settimana si passerà finalmente ai fatti.
Per la prima volta in Italia si guarderà al futuro e lo si farà con un ampliamento degli ambiti di docenza e professori un po’ più “interdisciplinari”.
Riscritte in quasi 180 pagine e tabelle le classi di concorso, ovvero le materie che possono essere insegnate da un professore alle medie e alle superiori. Ad oggi le classi di concorso sono 168 e con la riforma messa a punto dal Ministro dell’Istruzione, verrano ridotte a 116.
Tra le novità introdotte, la nuova classe di concorso “A-12” discipline letterarie, riunirà 16 percorsi di laurea magistrale e permetterà ai laureati in ciascuna di queste discipline di accedere ai percorsi di abilitazione all’insegnamento di lettere alle superiori. Per un laureato in ingegneria o biotecnologie sarà possibile concorrere per una cattedra di matematica e scienze, così come le porte di diritto ed economia verrano aperte ai laureati in scienze politiche. Introdotte inoltre 13 nuove classi che riempiranno il gap delle discipline artistico-musicali necessarie vista la recente introduzione dei nuovi indirizzi liceali (musicali, coreutici, moda, grafica, comunicazione).
La riforma, che entrerà in vigore in vista della maxi-selezione di 63.712 cattedre, interesserà progressivamente tutto il corpo docenti. Non verrano risparmiati nemmeno i professori già di ruolo. Tutti i laureati che aspirano alla cattedra, dovranno abilitarsi in funzione delle nuove classi concorsuali, in linea con la riforma e sulla scia del resto d’Europa. Che sia la volta buona per allineare il fabbisogno dei docenti alle abilitazioni? #FacceCaso

 

Di Francesca Romana Veriani

 

 

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