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IdeeLab, a Firenze i giovani studenti nel mondo del lavoro

IdeeLab, a Firenze i giovani studenti nel mondo del lavoro

La collaborazione tra Regione ed Università per promuovere l’Ateneo fiorentino passa dai giovani liceali. “Un'idea. Resistente, altamente contagiosa.

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La collaborazione tra Regione ed Università per promuovere l’Ateneo fiorentino passa dai giovani liceali.

“Un’idea. Resistente, altamente contagiosa. Una volta che un’idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Un’idea pienamente formata, pienamente compresa si avvinghia, qui da qualche parte.”

Domick Cobb, Inseption.

 

Ed è proprio da qui, proprio dal concetto di idea nuova che sono partiti all’Università di Firenze per creare l’ “IdeeLab”, un progetto affascinante per gli studenti liceali che ne faranno parte. In pratica, l’Università e le associazioni di categoria saranno i “committenti”, mentre gli studenti saranno i creatori di App, blog, materiali pubblicitari, gadget o altri prodotti che sponsorizzino per l’appunto coloro che commissionano il lavoro. Capacità di leadership, inventiva, creatività e introduzione al mondo del lavoro saranno quindi le finalità di questo programma, presentato ieri dal rettore Luigi Dei, dal sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Gabriele Toccafondi, da Sandra Furlanetto, delegata per l’orientamento dell’Ateneo fiorentino, e da Domenico Petruzzo, direttore dell’ufficio scolastico regionale per la Toscana. “L’alternanza scuola-lavoro è sicuramente uno degli aspetti centrali e fondamentali della riforma della scuola. Si vuole dare la possibilità ai ragazzi, nel loro percorso di studi, di potenziare le loro competenze per affrontare il mondo del lavoro. Trascorrere alcune ore della settimana in azienda per imparare sul campo ciò che si è studiato sui libri, oppure confrontarsi direttamente con imprenditori è scuola a tutti gli effetti, è una vera e propria rivoluzione culturale”. Dice Gabriele Toccafondi. C’è da credergli? Basta una cosi piccola manovra per poter parlare di rivoluzione culturale, di apprendimento sul campo? Questo non lo sappiamo ma, di sicuro, è pur sempre un inizio.

Di Giulio Rinaldi

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