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Ah, l’amore ai tempi di San Valentino

Ah, l’amore ai tempi di San Valentino

Un piccolo viaggio nel passato tra storia e curiosità. “Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende” sospira Francesca nel V canto dell’Inferno di Dante m

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Un piccolo viaggio nel passato tra storia e curiosità.

“Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende” sospira Francesca nel V canto dell’Inferno di Dante mentre un vortice, generato dalla passione e dalla lussuria, la scuote per l’aria, perpetuo ed incessante nei secoli. Lei, la nostra dama, si trova lì per aver peccato in vita secondo il sommo poeta, ma, nonostante ciò, Dante le regala un’eternità con l’uomo che ama; sofferenti sì ma legatientrambi per sempre nell’Amore, nel loro amore. Ed è proprio all’Amore, quello vero si spera, che dedichiamo questo giorno ogni anno: il 14 Febbraio, il famoso San Valentino. Ma è sempre stato cosi? Noi di Faccecaso ci domandiamo: ma cosa si faceva 2000 anni fa, ci si scambiavano già cioccolatini e smancerie, o sono usanze moderne ?

Sappiamo che questa festa risale al 496 d.C. e che venne istituita dall’allora Papa Gelasio I, il quale volle cancellare la festa pagana dei lupercalia, antichi riti propiziatori in onore del dio Luperco. Difatti, le modalità dei festeggiamenti dei lupercalia non erano proprio in linea con l’idea di amore cristiano: costituite per lo più da festeggiamenti sfrenati, avevano come loro acme, come loro culmine, l’uscire delle matrone dalle case e l’offrirsi delle stesse in mezzo alla strada ai giovani nudi devoti al Fauno Luperco. Non proprio un’esempio di docile amore cattolico, seppur motivante ed estatico per noi giovani “Lupercani”. Pertanto, l’austero papa spostò la data della festa al giorno prima, il 14 appunto, e la dedicò alla protezione degli innamorati.

Su chi sia in realtà San Valentino si è dibattuto e si dibatte ancora, ma la teoria più convincente dice che ad aver dato al Santo la palma di protettore delle giovani coppie fu Geoffrey Chaucer, poeta e scrittore del ‘300 britannico, il quale scrisse, dedicandolo a Riccardo II e Anna di Boemia, un poema di 700 versi che associa Cupido a San Valentino. Il poema, per i curiosi, si chiama The Parliament of Fowls, Il Parlamento degli Uccelli. In conclusione, riprendiamo il passo iniziale di Dante, che fa continuare Francesca cosi: “Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona”.

Auguro a tutti voi che questo Amore non vi abbandoni mai e che troviate quella persona che vi fa dire: “tu sei colei che sei e solo tu sai essere”.

Di Giulio Rinaldi

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