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Cervelli Italiani in fuga? Ecco dove vanno e perché!

Cervelli Italiani in fuga? Ecco dove vanno e perché!

Giovani cittadini, non più del nostro paese, ma del mondo. “Sono un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo”. Eh si, Socrate, noi questo

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Giovani cittadini, non più del nostro paese, ma del mondo.

“Sono un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo”. Eh si, Socrate, noi questo te lo riconosciamo, ma a volte ci piacerebbe anche essere cittadini solo di casa nostra. Rimanere dove siamo nati, non per pigrizia, ma per rendere moderna e luminosa la nazione di cui siamo figli. Ed invece spesso non ce ne è data la possibilità, soprattutto se siamo giovani ricercatori italiani. Come Roberta D’Alessandro ad esempio, che pochi giorni fa ha risposto su Facebook al ministro dell’istruzione Stefania Giannini, la quale esponeva ore prima il proprio orgoglio per il numero di “borse totali ottenute dai nostri ricercatori, che ci pone al terzo posto insieme alla Francia”. Scriveva cosi Roberta sul proprio profilo: “Ministra, la prego di non vantarsi dei miei risultati. La mia ERC (borsa fornita dall’European researchcouncil n.d.r.) e quella del collega Francesco Berto sono olandesi, non italiane. L’Italia non ci ha voluto, preferendoci, nei vari concorsi, persone che nella lista degli assegnatari dei fondi ERC non compaiono, né compariranno mai. E cosi, io, Francesco e un’altra collega, in 2 mesi abbiamo ottenuto 6 milioni di euro di fondi, che useremo in Olanda. L’Italia ne può fare evidentemente a meno”.

Parole cariche di risentimento per un paese che lascia emigrare le menti migliori, i ragazzi volenterosi che, magari si magari no, questo paese un giorno potrebbero cambiarlo. Ma quanti sono, a cifre fatte, i cervelli italiani in viaggio? Nel 2014, secondo dati Istat, 90 mila sarebbero stati gli Italiani trasferitisi all’estero, e di questi circa un terzo sarebbero giovani tra i 18 e i 39 anni, in aumento del 12,7% rispetto al 2012. Tra i partenti abbiamo per lo più laureati in scienze fisiche, poi mediche o comunque scientifiche, mentre tra le mete preferite annoveriamo Gran Bretagna, quasi due ricercatori su dieci vanno li, Germania, Svizzera, Francia e Stati Uniti. Un esodo (quasi) invisibile, non sui barconi, non tutti i giorni nei Tg, ma che sta piano piano impoverendo e invecchiando la nostra, già mal ridotta, Casa.

Di Giulio Rinaldi

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