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L’arte si fonde con la degenerazione grazie all’idea di un artista cinese

Un progetto artistico che prende forma dall’idea di un artista cinese di nome “Brother Nut”: storia di un insolito connubio tra creatività e inquiname

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Un progetto artistico che prende forma dall’idea di un artista cinese di nome “Brother Nut”: storia di un insolito connubio tra creatività e inquinamento.

Di Carolina Saputo

L’inquinamento è associato costantemente a sinonimi di degrado, corruzione, degenerazione dell’attività umana; scatena polemiche, accende dibattiti sempre più aspri, fa riflettere sul nostro futuro a lungo termine; questa volta però, stentando io stessa a crederci, il discorso prende una piega decisamente diversa e quanto mai inaspettata.

L’idea e il reale progetto di unire creatività artistica e inquinamento nasce da un artista cinese che si fa chiamare “Brother Nut”, il quale sceglie di usare un mezzo decisamente espressivo come l’arte per cercare di scuotere l’opinione pubblica sugli elevati livelli di smog delle grandi metropoli cinesi come Pechino. L’artista così, con un piano di realizzazione decisamente “low budget”, costruisce un mattone filtrando una quantità d’aria della città pari a quella inspirata da una persona in un periodo di 8 mesi, usando solamente una semplice aspirapolvere e raccogliendo circa 100 grammi di polveri. Successivamente “Brother Nut” per poter realizzare la sua idea, ha portato quanto accumulato in un laboratorio, mescolando la polvere con l’argilla e creando un mattone, oggetto concreto e tangibile dei segni di degrado della città, eccentrica allegoria di un sistema ormai decadente.

Con l’aiuto dell’ingegno e di un mezzo espressivo quanto mai potente, l’artista ci ha voluto ricordare lo spreco spropositato di risorse naturali, un danno difficile da arginare, attraverso una dura critica alla società capitalistica che domina il mondo, nevrotica, affollata, affamata di vita e di ricchezza a spese della terra.

Di Carolina Saputo

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