Le proteste dei professori del Liceo Da Vinci, il fronte del sindacato su una legge che deve essere recepita anche dalle regioni a Statuto Speciale. I
Le proteste dei professori del Liceo Da Vinci, il fronte del sindacato su una legge che deve essere recepita anche dalle regioni a Statuto Speciale.
In Trentino Alto Adige, la prospettiva dell’alternanza scuola – lavoro, che prevede nell’orario scolastico l’inserimento di ore di tirocinio formativo, introdotto dalla riforma della “Buona Scuola”, proprio non piace agli insegnanti. E in particolare a quelli del liceo Da Vinci di Trento, che, durante un acceso consiglio di istituto, hanno firmato in 72 per boicottare il progetto. Il Presidente della Provincia, Ugo Rossi, ha commentato duramente la vicenda, asserendo che “La Buona Scuola ormai è legge e va recepita anche in Trentino”.
Ma le novità introdotte dalla “Buona Scuola”, continuano comunque ad essere oggetto di dibattito non solo tra i professori, ma anche tra professori e sindacati che, con una nota firmata da Cgil Cisl e Uil, si sono dichiarati favorevoli all’alternanza scuola – lavoro, anche al di fuori degli istituti tecnici. “Consolidare e allargare gli strumenti di alternanza scuola – lavoro in Trentino, è un impegno che va perseguito con determinazione. Per questo la decisione della Giunta provinciale di estendere i tirocini nei curricula formativi degli studenti delle scuole secondarie e della formazione professionale è positiva”. Queste le parole di Franco Ianaselli della Cgil, Lorenzo Pomini della Cisl, e Walter Alotti della Uil.
I sindacati hanno comunque precisato, in riposta della recezione della legge da parte della Provincia, che devono essere offerti tirocini formativi di qualità, per non sprecare l’opportunità che tali novità normative introducono nella legislazione del Trentino. Infatti, da anni la regione a statuto speciale, aveva introdotto per i suoi studenti l’esperienza dell’apprendistato, destinata ora ad essere affiancata da quella del tirocinio, ma arricchita da un monitoraggio continuo sul versante formativo e su quello occupazionale. Al contrario, i docenti sospettano uno snaturamento sia dell’impostazione liceale, che prepara i propri alunni ad essere “cittadini istruiti e consapevoli”, senza l’obiettivo di avviarli ad una professione, sia del ruolo del docente, ridotto a quello di tutor. Ma l’importante, ribattono ancora i sindacati, i quali mostrano di comprendere le perplessità del corpo insegnante, è che la qualità dell’esperienza sia elevata, e che ciascun liceo proceda in linea con gli altri.
Inoltre, il tirocinio nei licei non deve essere confuso con l’apprendistato, cosa che invece riguarda gli istituti professionali, dove è immediato il passaggio tra aule e posto di lavoro.
Si ribadisce comunque l’importanza di un contatto per ogni studente, di liceo o istituto professionale che sia, con il mondo del lavoro.
Ma i professori trentini sono schierati sull’idea opposta e la protesta lanciato dal liceo Da Vinci, sembra essersi estesa al Prati, al Galilei, al Rosmini di Rovereto e al Maffei di Riva.
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