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Il prete benedice e il prof lo caccia: tensioni a Firenze

Il prete benedice e il prof lo caccia: tensioni a Firenze

E' successo tutto a Londa, dove si combatte tra assurdo e reale "E quindi vi benedico..." "Sì, ma poi fai in modo di sparire" Ampiamente riassunto (e

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E’ successo tutto a Londa, dove si combatte tra assurdo e reale

“E quindi vi benedico…”
“Sì, ma poi fai in modo di sparire”
Ampiamente riassunto (e certamente più soft), dovrebbe essere stato questo il dialogo tra un parroco romeno della Diocesi di Fiesole e un professore della scuola di Londa, piccolo paesino della Val di Sieve, in Toscana. In sintesi, il sacerdote, come da sei anni a questa parte, dopo aver ottenuto tutti i permessi del caso, è andato a benedire prima l’asilo e poi le elementari. L’ostacolo, però, è arrivato all’altezza delle medie, dove questo docente lo avrebbe fermato, impedendogli di completare la sua ‘missione’. Il motivo? Pare che il prof abbia detto che la benedizione, in quanto pericoloso atto confessionale, è vietato nelle scuole: la massima concessione sarebbe stata quella di poter incontrare i ragazzi, ‘deponendo le armi’ (cioè il piccolo contenitore dell’acqua santa e l’asperge).

La cosa assurda è che il sacerdote è ben voluto e amato dai ragazzi, visto che nella piccola realtà di Londa la vita parrocchiale è intensamente vissuta. Mi si perdoni il gioco di parole. Ma tutto sembra ruotare attorno alle decisioni del Preside Filippo Gelormino, descritto da un docente dell’Istituto come “un vero talebano che, nonostante l’apparenza, le frasi fatte, sembra che ami la guerra di religione”. Assurdo. L’indignazione ha preso piede tra alunni e genitori, convinti che la benedizione non sia affatto un vilipendio alla laicità dello Stato.

Chiudo solamente con un richiamo alla nostra Costituzione (quindi non ad un testo scritto dietro la scatola dei cereali): “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume” (art. 19).

Ecco dai, #FacceCaso.

Di _Riccardo Zianna_

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