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L’Arte che tocca nel profondo: l’iperrealismo di Ron Mueck

Corpi nudi, pensierosi, che fanno riflettere. Ecco a voi la gallery del talento australiano che ha lasciato a bocca aperta il mondo intero. Poi udiron

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Corpi nudi, pensierosi, che fanno riflettere. Ecco a voi la gallery del talento australiano che ha lasciato a bocca aperta il mondo intero.

Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l‘uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”. Rispose: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto”.

I corpi scolpiti da Ron Munck sono prevalentemente nudi, non sorridono, appaiono pensierosi. Traducono le emozioni della psiche umana, anche quelle più intime e nascoste ed è per questo che spesso fanno paura. Qualcosa negli occhi di chi osserva si accende e l’arte arriva a toccare nel profondo. Provare tristezza, disagio, vergogna davanti alle mastodontiche opere dell’artista australiano classe 1958 è più che normale, tutta colpa dell’iperrealismo di cui rappresenta la punta di diamante nel panorama artistico contemporaneo.
Apprezzatissimo soprattutto da quando le sue opere sono commissionate dalla più importante agenzia pubblicitaria al mondo (Saatchi & Saatchi), in 10 anni di produzione ininterrotta, l’artista conta la bellezza di 35 opere d’arte tra cui l’indimenticabile “Dead Dad” scultura d’esordio che risale al 1997 e che in seguito è stata esposta alla Biennale di Venezia riscuotendo un enorme successo.
Un artista che fa discutere, apprezzato e criticato dal pubblico in egual misura, schiavo della perfezione e della cura del dettaglio, amante della vita di cui cerca di afferrare l’essenza intrappolando i segni del tempo in un tratto che rimarrà indelebile per sempre.
Ecco qui un assaggio delle sue opere d’arte.

Di Francesca Romana Veriani

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