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A Pisa, il Cda dell’università blocca i fondi

La protesta dei professori non accenna a diminuire e il rettorato la contrasta cosi 2 Marzo, Palazzo alla Giornata il Cda chiude le porte. La “serrata

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La protesta dei professori non accenna a diminuire e il rettorato la contrasta cosi

2 Marzo, Palazzo alla Giornata il Cda chiude le porte. La “serrata”, cosi è stata chiamata dai professori, è la mossa decisa dal Cda dell’Università di Pisa: chiusi i rubinetti dei fondi, niente più attrezzatture nuove, niente progetti, nessun investimento, bloccati i contratti per i nuovi 100 ricercatori e professori. Tutto fermo, l’Università non sgancerà più un soldo. La causa? La protesta dei professori contro il blocco degli scatti stipendiali ed il boicottaggio alla Vqr ( Valutazione della ricerca), uno dei modi che ha un’università di ottenere dallo stato i fondi per andare avanti. Per partecipare alla valutazione l’università avrà tempo fino al 14 marzo, dopodiché si potrebbero perdere fino a 20 milioni dei 200 finanziati dallo stato. Il senso della protesta vuole dimostrare, secondo il documento presentato dai “ribelli”, “l’insensatezza di una Vqr che porterebbe ad assegnare risorse non sulla base della qualità della ricerca ma del livello di coercizione che i docenti dei vari atenei sono disposti a subire”.

Nelle ultime settimane sembrava le acque si fossero calmate: il Cda, il Senato Accademico e i direttori avevano ratificato una mozione di solidarietà nei confronti della protesta, sottolineando però che l’ateneo non avrebbe dovuto subire conseguenze economiche. I professori dal canto loro, avevano risposto dicendo che nessuno avrebbe potuto mettere online le loro pubblicazioni senza il loro consenso. E questo schiaffo il rettorato non l’ha accettato, per cui eccoci qui.

Tutto fermo fino a data da destinarsi.

Di Giulio Rinaldi

 

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