Sono stati pubblicati i dati dell’analisi svolta dalla Vqr, e a discapito della protesta portata avanti da ricercatori e docenti, i numeri di consegne
Sono stati pubblicati i dati dell’analisi svolta dalla Vqr, e a discapito della protesta portata avanti da ricercatori e docenti, i numeri di consegne e stato positivo. Nei dettagli ecco cosa è venuto fuori.
Di Umberto Scifoni
Leggermente meno degli ultimi anni, ma comunque un ottimo risultato visto tutto quello che è successo.
In questo modo possiamo sintetizzare i dati riportati dalla Valutazione della qualità della ricerca, analisi portata avanti dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, secondo cui sui 100 mila lavori attesi da parte dei ricercatori e docenti universitari di tutta Italia, ne sono stati consegnati proprio il 92%.
A cosa è dovuta la perdita del restante 8? La domanda ottiene risposta facendo riferimento alla protesta portata avanti dai lavoratori universitari, contro questa valutazione e i suoi meriti, oltre che il blocco degli scatti d’anzianità e i pochi finanziamenti alla ricerca; altro elemento influenzante (per almeno un 4%) sono le inattività per abbandono o migrazioni, il totale di queste situazioni porta quindi al disavanzo dell’incompiuto.
Rispetto agli altri anni c’è stato comunque un lieve calo: ad esempio la prima ricerca, 2013, ebbe un 95,3% ma i dati sono trasversali, non sono rilevanti le differenze tra Nord e Sud, tranne pochi casi come l’Università del Salento con il 70% ( ma attenzione perché la Statale di Pisa ha riportato un 77,1%!) o la Partenope di Napoli. La Sapienza tiene botta con l’86,4, nonostante la grandezza dell’Università, mentre il miglior risultato è andato alla Sant’Anna di Pisa con l’en plein, 100%.
In conclusione a questi risultati riportiamo le parole di Stefano Fantoni, presidente dell’Anvur: “Sono molto felice oggi,anche se non ero preoccupato ieri… il sistema universitario è sano e ha dimostrato di accettare la valutazione,concetto universalmente riconosciuto”. Questa valutazione è fondamentale, poiché sarà il riferimento per il ministero sulla divisione dei fondi per la ricerca da girare agli Atenei (1,3 miliardi di euro).
Nonostante i tagli, l’arretratezza di molti mezzi e le crescenti difficoltà nel mondo dell’istruzione italiano, i risultati hanno dimostrato quale mole di impegno venga rivolto dai nostri ricercatori, nella speranza che in futuro esso possa finalmente essere sostenuto adeguatamente dal nostro Stato.
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