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E anche a UniTorino … attenti al furbetto del cartellino!

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Altro caso della sempre più tipica soluzione all’italiana: assenteismo sul posto di lavoro. Questa volta tocca ad una dipendente dell’Università di Torino. Verrà mai arginato questo problema?

Di Umberto Scifoni

A prima vista sembrerebbe uno dei celebri casi di dipendenti pubblici in cerca di una via di fuga dal lavoro, ma questa non è una banale furbata per prendersi un caffè e fare la spesa.

Il perché è dovuto al luogo, le modalità e il soggetto in questione: innanzitutto a Torino, più precisamente la facoltà di Scienze veterinarie, a dimostrazione di come anche in questo settore l’Italia si presenti compatta da Nord a Sud!
Secondo, la dipendente dell’Università cosa faceva? Aveva scoperto una falla nel sistema di timbri per i lavoratori, un difetto che permetteva di far passare il badge in qualunque sede, non necessariamente quella del posto di impiego. Quindi potete immaginare facilmente: l’addetta “modello” timbrava in un ufficio sotto casa, a Grugliasco, e poi si recava a quello delle Molinette, luogo reale di lavoro; il tutto ovviamente con una media di mezzora di ritardo!

A questo punto penserete che il tutto si sia risolto con licenziamento per giusta causa; ma no! L’Università piemontese ha deciso di rendere il gioco più intrigante, sospendendola prima, promuovendola poi a responsabile amministrativo contabile (vicino casa stavolta,sia chiaro eh), infine, visti i malumori sorti tra gli altri dipendenti, licenziata definitivamente dal rettore stesso.
Più che un caso di furbetti al lavoro, potremmo dire un vero e proprio Valzer all’Italiana!

Di Umberto Scifoni

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