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Università Italiana a fondo, ecco qui i numeri da brividi

Università Italiana a fondo, ecco qui i numeri da brividi

Organizzata per il 21 marzo una assemblea della Crui per combattere i dati disastrosi Abbiamo visto in questi giorni diverse classifiche su FacceCaso

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Organizzata per il 21 marzo una assemblea della Crui per combattere i dati disastrosi

Abbiamo visto in questi giorni diverse classifiche su FacceCaso riguardanti le università. Ne è emerso un dato allarmante, soprattutto dall’osservazione della classifica sulle migliori università al mondo: l’Università Italiana è in una crisi nera. Bassi, bassissimi voti rispetto ai migliori college inglesi ed americani. Tanto da accorgercene tutti. Tanto da far drizzare le antenne alla Crui.
La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane ha infatti fissato un appuntamento il prossimo 21 marzo, obiettivo discutere 10 punti riguardanti il settore dei rapporti internazionali ed altre, innumerevoli, carenze.

Ecco di cosa si parlerà:

1) L’importanza della laurea: un laureato prende come stipendio medio il 43% in più di un collega non laureato ed il tasso di disoccupazione è pari al 17,7%, contro il 30% dei non laureati.

2) Un punto molto semplice: la cultura fa girare il denaro. Un euro investito nell’università frutta almeno un euro al territorio

3) La conoscenza combatte la crisi. Nonostante i problemi economici, infatti, l’Italia è 8° tra i paesi Ocse, e superiore alla Cina per numero di produzione scientifica

4) E’ necessario assolutamente aumentare il numero di laureati in Italia. Numeri alla mano, il conteggio è veramente disastroso: UK 42%; media Ocse 33%; Ue 32%; Francia 32%; Germania 27%; Italia 17%.

5) Investimenti (in euro) per abitante nell’Università: Francia 303, Germania 304, Italia 109.

6) Dal 2009 al 2016 l’Italia ha investito nell’Università circa il 10% in meno. 7485 milioni nel 2009, 6556 milioni nel 2016.

7) Altri numeri allarmanti: 130mila studenti in meno in 5 anni; 10mila ricercatori in meno (su 60mila !!!) dal 2008 ad oggi.

8) Diritto allo studio: una media del 5% degli studenti, che lo meritano per reddito o capacità, ottiene i fondi dallo stato, contro una media del 20% in Germania e del 60% in Francia. Chi non può permettersi di studiare va a fondo e se non ci va, non è certo per merito del Paese.

9) Gli stipendi del personale e dei docenti sono fermi rispettivamente al 2009 e 2010.

10) La pessima burocrazia nazionale blocca, lega ed estenua la ricerca. Blocca, lega ed estenua l’Università. Blocca, lega ed estenua gli studenti.

 

Siamo in un paese stanco. Che vergogna riportarvi questi numeri. Speriamo accada qualcosa il 21 marzo. Speriamo davvero.

Di Giulio Rinaldi

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