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I sensori che aiutano l’Università

I sensori che aiutano l’Università

A Torino, nel Campus Luigi Einaudi, sono stati inventati dei braccialetti che riescono a rilevare temperature ed umidità (ma non solo) e che riescono

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A Torino, nel Campus Luigi Einaudi, sono stati inventati dei braccialetti che riescono a rilevare temperature ed umidità (ma non solo) e che riescono a capire dove si sta effettuando uno spreco e dove invece c’è necessità di intervenire.

Di Lorenzo Santucci

Si parla sempre di tagli all’Università perchè non ci sono fondi e quasi mai di come ricavarli questi benedetti soldi. A Torino però è stato attuato un progetto che ha come scopo quello di risparmiare. In cosa consiste? Semplice: attraverso dei braccialetti che dovranno indossare gli studenti si può ricavare le loro vere esigenze. Ad esempio nelle aule del Campus Einaudi, proprio dove è nata questa iniziativa, fa spesso troppo freddo d’invero e troppo caldo d’estate a causa dei condizionatori che non sono ben tarati. Attraverso questi sensori, è possibile migliorare l’efficienza energetica dei luoghi dove quotidianamente studenti e professori passano la maggior parte del loro tempo. Sembrerebbe un progetto di poco conto ma così non è, anzi.

In collaborazione con Telecom Italia, Csp, Environment park, Enhancers, Sinbit, ProLogic, Modelway e Screen99, il progetto “Comfortsense” è diventata anche un’App per Android, funzionante ad esempio da Google Play, che tramite un sensore bluetooth riesce a percepire la temperatura e l’umidità ma anche, come accaduto all’interno del Campus, Co2, affollamento ed anche luminosità, importante quest’ultima soprattutto nelle biblioteche. Un’idea questa che adesso deve essere messa in pratica in tutte le sedi, come spiega Console. Ma non è il solo progetto ad essere stato idealizzato: “UniTo Green Office”, ad esempio, è sempre stato lanciato dall’Università piemontese ed è finalizzato a ridurre gli sprechi e le emissioni delle sedi universitarie. Attraverso cinque gruppi di studio (suddivisi rispettivamente in rifiuti, cibo, energia, fornitori e mobilità) vengono monitorati i consumi del Campus Luigi Einaudi. Il risultato è stato che si sono individuati ben 40.000 euro di sprechi per problemi che possono sembrare futili, come ad esempio dimenticarsi delle luci accese di notte o computer in stand-by, ma che a lungo andare possono risultare dannosi per l’economia dell’Ateneo.

Un progetto che, se attuato in tutte le Università, potrebbe aiutare economicamente (anche se non risolverebbe tutto il problema) quegli Atenei più in difficoltà. Si studia moltissimo la sostenibilità, si attuano manovre economiche ed i tagli sono all’ordine del giorno: si tratta semplicemente di mettere in pratica ciò che si dice nella maniera giusta e sensata.

Di Lorenzo Santucci

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