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Dietrofront di ANVUR sulle pubblicazioni accademiche: riaperti i termini

Dietrofront di ANVUR sulle pubblicazioni accademiche: riaperti i termini

Piccola vittoria del Fronte di professori e ricercatori contrari alla VQR, vista la loro opposizione alle valutazioni delle ricerche, saranno rivaluta

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Piccola vittoria del Fronte di professori e ricercatori contrari alla VQR, vista la loro opposizione alle valutazioni delle ricerche, saranno rivalutati i conferimenti dei premi.

Di Umberto Scifoni

Alla fine ce l’anno fatta; non è la vittoria finale, ma le associazioni e i sindacati hanno ottenuto un risultato importante: ricontrollo dei discutibili criteri di valutazione per i lavori di ricerca delle Università italiane. Non molto tempo fa avevo parlato di questo argomento, dei risultati, 92% di consegne, maturati e di cosa si trattasse sia la VQR (valutazione qualità ricerca) e chi ne stabilisse i criteri, ossia l’ANVUR, ente del Ministero dell’istruzione.

I risultati erano stati leggermente inferiori agli altri anni, comunque soddisfacenti,ma il succo della protesta erano i criteri di queste valutazioni, pesantissime perché questi risultati conferiscono ai vari atenei nazionali premi e fondi vitali per la ricerca. Quindi migliori statistiche, maggiori soldi. E si sa quanto il denaro sia argomento delicato e fondamentale, soprattutto per la nostra Università, in un paese che già garantisce meno fondi di molti altri. La protesta era scoppiata alla presentazione dei nuovi criteri e aveva scontentato tutti,ma ora il loro boicottaggio pare essere servito.

Difatti l’Anvur è stata costretta a prolungare i termini per far presentare i lavori di ricerca che concorrono a valutare gli atenei, invalidando in un certo senso il proprio lavoro davanti a tutti. È un vero mea culpa, o semplicemente la pressione delle università era troppa? Forse la verità sta nel mezzo: molti errori dell’agenzia, che avrebbe assegnato il premio del 20% ad università che non avevano sufficienti criteri per essere valutati, e una dura lotta, tra l’altro compatta, degli atenei, che ogni anno se la devono vedere con tagli,blocchi degli scatti e servizi latenti.

Alla fine non ci perde sempre e solo la cultura e la credibilità Italiana?

Di Umberto Scifoni

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