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Non c’è dialogo? Ci sarà protesta: studenti Mediorentali stizziti

Non c’è dialogo? Ci sarà protesta: studenti Mediorentali stizziti

E' scontro sui mancati dibattiti che si dovevano tenere in alcuni atenei d'Italia, tra i quali quelli di Roma e Cagliari. Le BDS rivendicano il fatto

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E’ scontro sui mancati dibattiti che si dovevano tenere in alcuni atenei d’Italia, tra i quali quelli di Roma e Cagliari. Le BDS rivendicano il fatto che non si deve per forza stare dalla loro parte ma semplicemente discutere dell’argomento. Ma c’è chi non la pensa in questo modo.

Di Lorenzo Santucci

La Middle East Studies Association of North America, ovvero la più importante associazione al mondo di studiosi provenienti dal Medio Oriente al meglio nota come Mesa, ha esposto il suo malcontento al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, in quanto sono stati ostacolati o revocati degli incontri della BDS (Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni) contro Israele in alcune Università italiane, tra le quali quelle di Roma (La Sapienza), Torino, Cagliari e Catania.

Ma ricapitoliamo quello che è accaduto. Ha fatto non poco scalpore una frase pronunciata dal rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, il quale si è detto a favore della perseguibilità penale della BDS: insomma, è totalmente d’accordo con la galera e non ha la minima intenzione di lasciare spazio ad un dibattito che è incompatibile con i valori accademici a causa del’odio che ne può scaturire. La Mesa si è espressa dicendo che è assolutamente vero che questo è un tema molto spinoso e difficile da trattare, ma qui si stanno violando le regole del dibattito democratico: nessuno sta chiedendo, afferma il presidente dell’associazione Beth Baron ed altri 3.000 studiosi che ne fanno parte, di sostenere la causa portata avanti dalle BDS, ma semplicemente di parlarne. “La discussione è un diritto sia per le Università ma anche per gli studenti”, si legge in conclusione.

Ci sono stati diversi episodi che non hanno fatto piacere alle organizzazioni vicine nel modo di pensare della Mesa: ricordiamo, infatti, che non soltanto quella americana, ma anche altre associazioni hanno voluto manifestare la loro disapprovazione a questo metodo di “non dialogo”, tra le quali figurano gli Accademici Irlandesi per la Palestina e la Bricup (British academics for the Universities of Palestine). Proprio quest’ultima riporta la goccia che ha fatto traboccare il vaso: ovvero quando sono stati condannati i promotori della Campagna Stop Technion, sia a Cagliari sia a Torino, dove però si sono ribellati gli studenti. Una protesta che si è estesa anche nella Sicilia, a Catania, dove il rettore Giacomo Pignataro ha censurato il panel sul Bds già approvato dal board scientifico. Questo rifiuto da parte degli studenti ha portato ad una serie di dibattiti proprio sulla questione. Ovviamente, dall’altro lato del fiume c’è chi fa spallucce. Su Pagine Ebraiche emerge come “ogni decisione spetta al rettore Eugenio Gaudio” ma,si pensa che in quel di Cagliari siano state annullate quelle assemblee di dibattito su richiesta dell’ambasciata israeliana.

“La BDS non è un pericolo ma va presa sul serio” è il messaggio che è trapelato proprio nella prima assemblea contro di queste, alla quale hanno partecipato i maggiori esponenti israeliani. Tra questi Yisrael Katz, ministro dei Trasporti e l’ Intelligence, il quale ha detto che queste idee vanno ad avvelenare le menti degli ebrei statunitensi e vanno isolati. L’aria è tesa più che mai.

Di Lorenzo Santucci

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