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A Napoli i ragazzi scelgono il lavoro al posto dell’istruzione

Il dramma dei quartieri bassi: il 2,5% dei ragazzi ha abbandonato la scuola media a Poggioreale, il 2,3% a Secondigliano, il 2,1% a Pianura. Di Silvia

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Il dramma dei quartieri bassi: il 2,5% dei ragazzi ha abbandonato la scuola media a Poggioreale, il 2,3% a Secondigliano, il 2,1% a Pianura.

Di Silvia Carletti

La “ritirata” dei ragazzi dalle scuole campane, in particolare a Napoli, è un fenomeno persistente e in continua crescita: gli studenti oramai non ritengono utile l’istruzione che ricevono e preferisco il lavoro allo studio. I dati che si rilevano sono sconcertanti e colpiscono ogni fascia scolastica, seppur con percentuali differenti. Uno studio effettuato dal Comune di Napoli ha registrato un aumento di questo fenomeno soprattutto nelle scuole secondarie di primo grado, in cui la percentuale di ragazzi che abbandonano gli studi è dell’1,3%, vale a dire che 408 studenti su un totale di 31.000 iscritti arrivati all’età di 11 anni non proseguono il percorso scolastico obbligatorio. Molti sono però anche i ragazzi “recuperati”, che nonostante un periodo di allontanamento dai banchi più o meno prolungato hanno effettuato il rientro e si sono sottratti alla bocciatura (i dati comunali registrano in questo caso 851 segnalazioni).

Nelle scuole superiori di secondo grado l’esodo avviene soprattutto durante l’ultimo anno, dove moltissimi studenti sono respinti a causa delle assenze frequenti e ingiustificate. La questione riguarda anche le scuole elementari, fortunatamente con percentuali molto inferiori rispetto agli altri gradi scolastici: soltanto lo 0,3% fugge dalle aule, e 132 sono i casi di bocciatura per assenze, comunque cifre in rialzo in confronto a quelle registrate negli anni precedenti.
Le motivazioni che conducono i ragazzi all’allontanamento dall’ambiente scolastico sono molteplici, c’è chi ritiene il proprio corso di studi “inutile” e preferisce andare a lavorare, chi è condizionato dall’ambiente e trova difficoltà di relazione e integrazione con i propri coetanei, chi risente di disagi famigliari che si ripercuotono sul rendimento, e chi si sente inibito dai propri insegnanti e ha problemi ad affermarsi.

L’area in cui questo fenomeno è maggiormente diffuso è quella dei “quartieri bassi” dove la vita quotidiana non è facile: Scampia, Pianura, Secondigliano e Poggioreale sono le zone più a rischio del capoluogo campano e anche le più soggette a questo tipo di episodi, mentre nei “quartieri bene” è una realtà per lo più inesistente. Spesso sono i genitori stessi a spingere i figli verso il mondo del lavoro, ma nel momento in cui questi ultimi non abbiano portato a termine il ciclo di obbligatorio previsto dalla legge italiana, scattano le denunce in Procura.

Il Comune sta cercando di sanare questa situazione e di favorire il dialogo fra scuole e ragazzi finanziando opere di riqualificazione ambientale e sociale secondo un programma intitolato “La scuola del Noi. Quella che non lascia indietro nessuno”. Alunni e genitori sono stati coinvolti in una serie di interventi pubblici come ridipingere l’auditorium di Soccavo, l’apertura di un bar e la pulizia dei giardini.

La scuola è alla base della nostra società e deve formare i cittadini di domani (che poi saremmo noi!): perderla, è uno dei peggiori errori che si possono commettere, #FacceCaso.

Di Silvia Carletti

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