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Homepal: #lacasaèsocial

Homepal: #lacasaèsocial

Dal 26 aprile al 4 maggio, a Roma, precisamente all'ingresso della stazione Termini, andrà in onda un esperimento molto particolare, una "performance

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Dal 26 aprile al 4 maggio, a Roma, precisamente all’ingresso della stazione Termini, andrà in onda un esperimento molto particolare, una “performance live”, che vedrà coinvolti due comuni ragazzi.

Di Irene Tinero

Nel 1998 uscì nelle sale di tutto il mondo The Truman Show: chissà se il regista, Peter Weir, e l’esilarante Jim Carrey erano consapevoli di aver gettato un seme che negli anni si sarebbe rivelato assai fecondo. Esattamente due anni dopo esplode il fenomeno Grande Fratello. Da quel momento in poi, più o meno giovani, hanno potuto assistere ad un’escalation continua che ci ha portati a passare dall’estrema riservatezza delle nostre vite, ad una continua condivisione.
To be continued: questo esperimento è il particolare debutto della piattaforma “Homepal” e la riprova di quanto la crescita dei social sia, momentaneamente, inarrestabile. Homepal è l’ultima novità del Web, un sito dalla struttura “peer to peer”, ovvero fondato su di un rapporto diretto client-server, in cui è possibile comprare/vendere case senza l’intermediazione di agenzie: al costo di 65.000 euro è in vendita anche la casa posta a Roma-Termini, completamente in vetro, di 24 mq, osservabile H24, a 360°.

L’azienda aveva già promosso questa suggestiva campagna pubblicitaria a Milano, zona La Foppa, dal 26 febbraio al 6 marzo, coinvolgendo Deliel Augusto Moiana e Fiorella Di Chio, rispettivamente 24 e 22 anni. A Roma si sono aggiudicati il web casting l’abruzzese Alessandra Relmi, 28 anni, attrice di teatro, ed il pisano Lorenzo Giustarini, “social media addicted”, “Twitter celebrity”, noto con lo pseudonimo di Von Matterhorn. Giovani e belli, perfettamente corrispondenti ai prototipi odierni: per lei capello alla Belén, per lui look da marinaio, risvoltino sopra la caviglia. I due ragazzi potranno e dovranno interagire con i molteplici passanti, condividere sui vari social foto e video e per loro sono stati organizzati uno show cooking con Simone Finetti (Masterchef), lezioni di tango, di cake design e body painting. Insomma normali attività che fanno parte della routine di tutti noi.
Vista la collocazione della casa potrebbe essere interpretata come una particolare forma di lotta al terrorismo: no, è un’ osservazione “social e non sociale”. Attribuire una significazione socio-antropologica, invece, non sarebbe del tutto sbagliato. L’hashtag “la casa è social” potrebbe essere interpretato come una provocazione: la struttura in vetro richiama un piccolo cottage di montagna, un ambiente famigliare ed intimo, che ha poco da condividere con i grattacieli iper-moderni che popolano sempre più le nostre città. Eppure l’intimità della struttura non sposa con la trasparenza delle pareti: l’intento della campagna pubblicitaria infatti è quello di sottolineare la tendenza generale a condividere sempre più anche le esperienze personali e gli spazi intimi per eccellenza.

Due aspetti sono innegabili: da un lato, non c’è social network che possa scindere l’idea di intimità dall’immagine della propria casa, dall’altro la concezione di riservatezza è stata radicalmente stravolta, negli ultimi anni. Fenomeni simili dividono da sempre il mondo in disfattisti e progressisti, ma il fatto che siano “di massa” non sempre è sinonimo di qualcosa di sbagliato: buona l’idea, ottima la campagna pubblicitaria, ma almeno tra le mura della nostre case riserviamoci il diritto ad avere qualcosa che sia solo nostro.

Di Irene Tinero

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