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Quando un litigio fra amici degenera nella rissa

La violenza nelle scuole non ha mai fine: martedì scorso due studenti si sono picchiati in una scuola di Ravenna. Di Silvia Carletti Una situazione po

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La violenza nelle scuole non ha mai fine: martedì scorso due studenti si sono picchiati in una scuola di Ravenna.

Di Silvia Carletti

Una situazione poco piacevole sia per la scuola che per le famiglie dei due studenti coinvolti nell’episodio, di cui ora uno è in ospedale e l’altro sospeso dall’attività scolastica.
I due hanno litigato durante l’intervallo, proprio nel momento in cui stavano per rientrare in classe. Le provocazioni, iniziate forse per scherzo, sono sfociate nella discussione e quando uno dei due è caduto a terra l’altro ne ha approfittato per prenderlo a calci. Alla scena hanno assistito tutti, atterriti dalla violenza di quel comportamento, e per fermare la rissa sono intervenute due insegnanti. Successivamente è stato richiesto l’intervento dei carabinieri e dell’ambulanza, che ha trasportato in ospedale il ragazzo picchiato.

Fortunatamente non ha riportato lesioni o traumi seri, ma i dottori hanno deciso di trattenerlo ulteriormente per degli accertamenti. L’altro studente già in passato aveva manifestato comportamenti esuberanti, ma non era mai arrivato a picchiare i compagni di classe: è stato un atto imprevedibile e inaspettato, soprattutto perché rivolto contro un suo amico. La cosa che ci lascia perplessi infatti è che i due si sono sempre frequentati anche al di fuori della scuola, le loro famiglie si conoscono, e quindi l’aggressione non può essere giustificata come una forma di bullismo.

Questo tipo di episodi non è nuovo nelle scuole e a questo punto ci si deve chiedere da dove derivi tutta questa violenza, quando arriva a scatenarsi anche fra i più piccoli. I carabinieri di Ravenna hanno raccolto le testimonianze dei professori e dei medici e segnaleranno il caso anche alla Procura dei minori di Bologna.

Anche questa volta è stata sfiorata la catastrofe, per fortuna arrestata dall’intervento tempestivo dei professori.

Di Silvia Carletti

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