Cori, lancio di oggetti e striscioni di protesta: così viene accolto per la cinquantesima volta in città. Di Ludovica Gentili Una giornata movimentata
Cori, lancio di oggetti e striscioni di protesta: così viene accolto per la cinquantesima volta in città.
Di Ludovica Gentili
Una giornata movimentata quella di ieri a Bologna, dove un gruppo di manifestanti ha letteralmente bloccato una parte della città, precisamente quella che ospita l’Università e ha dato voce al proprio disappunto nei riguardi del leader della Lega Nord nel modo peggiore.
Matteo Salvini è stato accolto a suon di male parole, con valanghe di uova e ortaggi, e non è la prima volta che la città emiliana è spettatrice di tale scempio, e sempre per il suo arrivo. L’accesso all’Università è stato bloccato dalle forze dell’ordine che hanno dovuto tamponare la situazione spostandosi anche davanti alla facoltà di ingegneria attaccata successivamente. Scontri armati di manganello, una vera e propria sommossa, che ha congelato la città per molto tempo, causando disagi non indifferenti. Uno spettacolo poco felice, una rappresentazione della rabbia e della mancata capacità di comunicazione che comporta eventi spiacevoli e considerazioni tristi, se si pensa al solo fatto che l’unico modo per farsi sentire spesso sfocia nell’assurdo.
“Non è possibile che ogni volta Bologna sia ostaggio di un manipolo di delinquenti che vanno a scontrarsi con la polizia, che lanciano oggetti, fanno casino, quella non è contestazione, è delinquenza e come tale va trattata”, queste le parole pronunciate da Salvini, amareggiato e particolarmente infastidito, non tanto da chi è contro il suo modo di pensare ma dal mondo in cui vengono esternate le contestazioni. Prosegue invitando i suoi “nemici” a studiare di più e a costruirsi un futuro.
Senza dubbio si sono raggiunti livelli a cui speriamo di non dover assistere più.
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