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Crescono le immatricolazioni all’università, ma non al Centro

Crescita per il Nord ed il Sud, il Centro rallenta. I giovani tornano a studiare o, quantomeno, tornano all’università. Lo riferisce un rapporto bienn

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Crescita per il Nord ed il Sud, il Centro rallenta.

I giovani tornano a studiare o, quantomeno, tornano all’università. Lo riferisce un rapporto biennale stilato dall’Anvur ( Agenzia di valutazione del sistema) e datato 24 maggio. Il rapporto conferma che “il fenomeno di maggior rilievo rispetto al precedente rapporto è dato dalla ripresa delle immatricolazioni, soprattutto nella fascia di età più giovane”, dato che nel precedente rapporto era fortemente in calo. L’incremento di immatricolazioni è stato “dell’1,6 percento, e del 2,4 percento tra i giovani di età inferiore ai 20 anni.

Le matricole sono cresciute al Nord per il 3,2%, al Sud per lo 0,4%, mentre, sorprendentemente, sono diminuite al Centro dello 0,1%”.

Continuando a leggere il rapporto, si vede come “il nostro paese raggiungerà forse a fatica l’obiettivo che si è dato di un 26% di giovani con titolo terziario, ma non certo quello del 40% perseguito da altri paesi europei e rischierà di non conseguire l’obiettivo di 1,5 punti percentuali di Pil investiti in ricerca quando i partner europei si prefiggono il 3”.

A tutto ciò va aggiunto il pensiero di Daniele Checchi, membro del Consiglio direttivo Anvur e coordinatore del Rapporto, che riporta come “l’abbandono della carriera da parte di molti dottori di ricerca e assegnisti, che non possono permettersi lunghi periodi di insicurezza retributiva, lo spostamento all’estero in misura maggiore di quanto sarebbe fisiologico senza un corrispondente flusso opposto dalle istituzioni estere, la sofferenza di molti giovani di valore, che vivono con difficoltà quelli che dovrebbero essere gli anni migliori della loro vita scientifica”.

Di Giulio Rinaldi

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