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Messico nel sangue: 11 insegnanti morti

Messico nel sangue: 11 insegnanti morti

La polizia federale assale un accampamento di docenti durante la protesta contro la riforma educativa del governo. I sindacati non hanno potere, è gue

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La polizia federale assale un accampamento di docenti durante la protesta contro la riforma educativa del governo. I sindacati non hanno potere, è guerriglia.

Il Messico è un Paese fortemente compromesso da narcotraffico, politica militare opprimente e analfabetismo. Proprio in questi luoghi, si è instaurato il governo di Enrique Pena Nieto che, nel 2013, emanò una serie di riforme educative che si sono rivelate essere amministrative e incentrate sul lavoro, in modo tale da tarpare le ali dei sindacati e di tutti i docenti. La situazione scolastica messicana non è mai stata buona, tanto da stabilire che quasi 7 milioni di persone sopra i 15 anni sono analfabeti o non hanno terminato il ciclo di studi obbligatori. I docenti sono uniti in varia associazioni già da anni e combattono la battaglia per una scuola pubblica e giusta per tutti già da molto tempo.

Dal 2013, tuttavia, la situazione si è aggravata poiché Nieto ha stabilito che tutti gli insegnanti (assunti o meno) avrebbero dovuto risultare idonei ad un test e ha deciso di far licenziare i rappresentati dei sindacati delle associazioni in seguito alle proteste per la durezza del governo; inoltre, ha sottoscritto la chiusura dei conti in banca dei dirigenti dei sindacati e alcuni di loro si sono visti arrestare. La più importante unione sindacale è la CNTE (Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educacion) che, recentemente, ha organizzato dei presidi fissi nelle strade di Oaxaca, a 400 km da Città del Messico; gli accampamenti si trovavano a Nochixtlan, una comunità indigena fortemente agguerrita sui temi sociali e politici. Le proteste, che già erano alquanto vive, si sono intensificate dopo l’arresto del segretario generale Ruben Nunez e del segretario organizzativo Francisco Villalobos. Da questo momento, sono iniziati gli sgomberi da parte della polizia federale che ha creato un notevole scompiglio nella cittadina.

I poliziotti hanno aggredito chiunque si trovasse nei pressi dell’accampamento, indistintamente dal loro essere o meno insegnanti; inoltre, ha risposto col fuoco al lancio di petardi dei combattenti provocando la morte di 11 persone.

Il direttore della sezione ‘Opinioni’ del quotidiano messicano La Jornada, Luis Hernandez Navarro, ha affermato che il sindaco di Nochixtlan ha vietato l’uso dell’autoambulanza per i feriti della guerriglia e che il governo ha cercato subito di insabbiare i fatti. Poco tempo dopo, i piani alti hanno sottolineato che gli assassini erano parte di un gruppo di cecchini ma ciò non può essere confermato da nessuno, in quanto non sussistono prove. Nieto ha inviato le sue condoglianze alle famiglie delle vittime ma non ha saputo dare motivazioni valide sull’accaduto né, tantomeno, si è sbilanciato sulla questione della didattica messicana.

La CNTE chiede una scuola pubblica aperta a tutti, che assicuri un’educazione anche ai ceti più poveri; inoltre, chiede un trattamento giusto per tutti i lavoratori del mondo dell’istruzione e dei loro sindacati. Per ora, le speranze non sono alte e lo stesso Navarro ha dichiarato di vedere poche possibilità di miglioramento alla luce dei fatti.

Di Giulia Pezzullo

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