Cosa desiderano. Come si divertono. Cosa le rende felici e cosa le fa soffrire. Cosa hanno in testa. Come scelgono e perché. Di Irene Tinero Tutti que
Cosa desiderano. Come si divertono. Cosa le rende felici e cosa le fa soffrire. Cosa hanno in testa. Come scelgono e perché.
Di Irene Tinero
Tutti questi punti sono racchiusi
nel libro “Cosa pensano le ragazze”, a cura di Concita De Gregorio.
Questo è il risultato di 2 anni di lavoro, in cui sono state intervistate 1000 donne, “dai 6 ai 96 anni”, bambine, adolescenti, giovani e adulte.
Concita ha lavorato insieme a 10 collaboratrici, tutte ragazze tra i 18 e i 50 anni, “una sindaca, una disoccupata, una troppo impegnata” e insieme non hanno dato vita solo al libro, ma anche ad un blog, omonimo, nato l’8 marzo 2016 su Repubblica.it, che rimarrà attivo per 1 anno. Di quest’ultimo voglio parlarvi oggi.
Indipendentemente dall’età, sono state poste a tutte le stesse domande: “Cosa importa nella vita?” “Come ottenerlo?” “Come fare quando quel che si aspetta non arriva?”.
Nelle risposte c’era sesso, soldi, tradimento, famiglia, impegno, corpo, ma sopra ogni cosa, a dominare c’era l’amore.
È tutto molto bello, molto rosa ed ha ragione la De Gregorio quando dice che “nulla è cambiato nelle donne a livello emotivo rispetto a 20 anni fa”: e non credo che cambierà, perché ci sono delle cose, sane e belle, che faranno sempre parte della natura femminile. Ma ci avete davvero stancate e stuccate.
Nota giustamente Elena, articolista per “Vice”, che i titoli del suddetto blog sono: “Fare sesso e fare l’amore non è la stessa cosa”, “Che cos’è la libertà?”, “Quando ho paura so come fare, ecco il mio segreto”, “Non so chi sia Simone De Beauvoir, ma non credo sia uno youtuber”. Al massimo, una youtuber. Ma non è la Beauvoir il problema: non c’è dubbio che ogni donna si trovi ad affrontare ciascuno di questi argomenti, ma forse c’è dell’altro oltre a figli, amore e famiglia? Questa Repubblica al gusto di “Vanity Fair” e “Io Donna”, un po’ non vi offende?
Non so, parliamo dei tabù sessuali legati alle donne e inesistenti per gli uomini, di Angela Merkel o Hillary Clinton, ma alziamo pure il tiro con Aung San Suu Kyi, oppure di Ivana Bartoletti, che, incinta di 9 mesi all’età di 36 anni, ha corso per il titolo di sindaco di Londra (e non era la prima). Ecco, potrebbe essere un’ottima idea dire che la vita di una donna non finisce con una gravidanza, che puoi essere madre e avere una carriera, che ami i tuoi figli anche se prendi del tempo solo per te. Proponiamo una campagna denigratoria ai danni di tutte quelle aziende che rendono difficile la vita delle loro impiegate/operaie, solo “perché hanno un utero”. Rassicuriamo queste donne sulla dilagante violenza che le circonda e le riguarda e incitiamole, ancora una volta, a volersi bene e a denunciare chi le maltratta.
Invitiamo il mondo a non scandalizzarsi più se una donna diventa sindaco di Roma e un’altra di Torino.
Se io fossi stata tra le intervistate avrei risposto che le cose più importanti nella vita sono la carriera e la famiglia, e che non rinuncerei mai ad un viaggio da sola. Per ottenere tutto questo credo nella tenacia e nell’impegno, al punto che non ho risposte per l’ultima domanda: se non arriva non saprei davvero che fare.
Ad una come Concita De Gregorio, penna affermata di Repubblica e prima donna ad aver ricoperto la carica di direttrice per l’Unità, madre e figura di spicco, avrei chiesto “come si conciliano carriera e famiglia, come si vince in un mondo maschilista” e mi sarei aspettata sicuramente risposte diverse.
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