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Magna sa!

Magna sa!

A Roma, quando vieni colto in flagrante a rubare qualcosa da un piatto si usa questa espressione, “magna sa”, come a dire “mangia ancora, mi raccomand

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A Roma, quando vieni colto in flagrante a rubare qualcosa da un piatto si usa questa espressione, “magna sa”, come a dire “mangia ancora, mi raccomando”, ed è solitamente accompagnata da un’affettuosa schiaffo sulla mano.
Quello che rubi di una pietanza non uccide nessuno: dipende da cosa mangi.

Di Irene Tinero

Martedì 12 luglio 2016, ripeto 2016, hanno perso la vita oltre 20 persone a causa di uno scontro frontale tra due treni sulla linea Corato-Andria.
Come è possibile uno scontro frontale tra due treni? Semplicemente, mantenendo dei tratti ferroviari a binario unico.
La prima stazione italiana fu la Napoli-Portici, inaugurata il 3 ottobre 1839 ed era a doppio a binario: noi non ci evolviamo, subiamo involuzioni.

Dal 1839 ad oggi, possiamo constatare tutti , con molta facilità, i passi da gigante del progresso umano, arrivando quasi ad asserire che l’uomo ha finito per superarsi: essendo la mente umana la matrice di qualsiasi macchina, magari è inappropriato parlare di “sorpasso”, ma sicuramente siamo giunti ad un livello di sviluppo tale da poter evitare incidenti simili.

Sarebbe bastato un blocco automatico nell’eventuale mancato rispetto di un semaforo: in questo caso vigeva invece un “blocco telefonico”. Migliaia di persone ogni giorno erano affidate ad un telefonata, attraverso cui veniva accordato il permesso di muoversi tra una stazione e l’altra.
Ha ragione Saviano, che viene però attaccato, quando dice che muoversi al Sud è “un’impresa da avventurieri”.

Eppure dei responsabili devono necessariamente essere identificati: hanno nomi e cognomi ben precisi, sembra mancargli solo la vergogna.
I lavori per il raddoppio del binario nel tratto Corato-Andria, pari a 12 km, secondo il primo programma, sarebbero dovuti iniziare il 1 gennaio 2013 e terminare il 30 giugno 2015. Oltre un anno di ritardo quindi.
Quattro anni fa l’UE ha stabilito un fondo di 33 milioni iniziali, giunto con il tempo a 180 mln complessivi da investire: Ferrotramviaria, società privata pugliese che gestisce gran parte del trasporto pubblico e il cui nome è stato frettolosamente citato da tutti, quasi a voler evitare l’ennesima figuraccia alle Ferrovie dello Stato, attribuisce la colpa dei mancati lavori a “questioni burocratiche”.
D’altro canto, la Regione riconoscendo degli errori ai singoli comuni, aveva chiesto lo spostamento dei fondi, inizialmente da investire nell’arco 2007-2013, nel periodo 2014-2020.
Il gioco dello “scarica barile” è iniziato e, come si può vedere, già da un po’: intanto questo maledetto appalto non è ancora stato assegnato.

Ma c’è di più, nel giugno 2013 l’onorevole pentastellato Giuseppe D’Ambrosio scrive al Ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio: gli domanda “agevolazioni per la realizzazione di questa strategica infrastruttura ferroviaria”. Nessuna risposta pervenuta.

Evidentemente Graziano, nella sua folta e curata barba, è troppo impegnato a parlare di “tragedia immane”, a coordinare i lavori per il soccorso, a promettere l’apertura di una “commissione d’indagine”, che ci auguriamo faccia talmente tanto bene il proprio lavoro da arrivare ad incriminare tutti, ma proprio tutti, i colpevoli.

L’amore, la solarità, l’ottimismo e la generosità del Sud hanno portato tantissime persone, di ogni colore e religione, a mettersi in fila per donare il sangue presso il Policlinico di Bari e nel Centro Trasfusionale di Molfetta: neanche questo però è in grado di allontanare dalla mente la consapevolezza che sarebbe bastato così poco, che quei treni avrebbero dovuto viaggiare su due binari diversi e 33 persone sarebbero ancora vive.

Magna sa.

Di Irene Tinero

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