Uno studio canadese rivela l'importanza del "punto di fatica". Ragazzi e ragazze che vi uccidete in palestra sollevando chissà quale peso, guardandovi
Uno studio canadese rivela l’importanza del “punto di fatica”.
Ragazzi e ragazze che vi uccidete in palestra sollevando chissà quale peso, guardandovi poi intorno e vedendo che comunque c’è sempre qualcuno/a più forte o tonico di voi, lasciate stare, non serve più! I pesi più leggeri valgono infatti quanto le pizze da infiniti chilogrammi. Com’è possibile? Lo spiega un recente studio condotto alla McMaster University, in Canada, e pubblicato sul “Journal of Applied Physiology”, una rivista che si occupa nello specifico di fisiologia umana, non una rivista qualunque insomma.
Lo studio, sviluppato grazie all’aiuto di diversi sportivi provetti, persone già allenate ed in grado di sostenere qualsiasi allenamento, ha dimostrato che fare tante ripetizioni di sollevamento con pesi leggeri fino a sentirsi esausti vale quanto fare meno ripetizioni con pesi pesanti. E scusate il gioco di parole. Avendo diviso i partecipanti in due gruppi, l’autore Stuart Philips ha fatto allenare il primo gruppo per 12 settimane con pesi elevati in un range che andava dalle 8 alle 12 ripetizioni. Philips ha poi fatto allenare l’altro gruppo con pesi di molto minori ma ha chiesto agli sportivi di fare 20-25 ripetizioni. Risultato? Sia quelli appartenenti al primo gruppo che coloro che invece si trovavano nel secondo gruppo, hanno sviluppato un livello di ipertrofia muscolare del tutto identico.
Insomma, scegliete voi i pesi in palestra, ma non fatevi schiacciare da masse pari a quelle di un buco nero, perché il peso di un sassolino, purché raggiungiate il “punto di fatica”, avrà esattamente lo stesso effetto su di voi.
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