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Louisiana2.0: solo studenti bianchi

Louisiana2.0: solo studenti bianchi

A Torino, una donna si è rifiutata di affittare una stanza ad uno studente africano. Le stava antipatico per il colore della pelle. In questo articolo

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A Torino, una donna si è rifiutata di affittare una stanza ad uno studente africano. Le stava antipatico per il colore della pelle.

In questo articolo, oltre a dare una notizia scriverò dell’esperienza di un ragazzo giornalista che ha vissuto in prima persona quanto andrò a digitare. Girando sul web, ho notato un articolo particolare che inizia con queste parole “La mia cara padrona di casa non vuole…“; ho immaginato che si trattasse di qualche discriminazione a danni di studenti ed effettivamente avevo ragione. Bernardo Basilici Menini studia e lavora a Torino da cinque anni; come tanti studenti fuorisede, condivide un appartamento con altri ragazzi e scrive di averne cambiati ben 14 durante la sua permanenza piemontese.

Dice di aver condiviso cucina e soggiorno con persone di gusti sessuali, religioni e nazionalità differenti senza mai sentire la diversità in nessun caso. I nuovi inquilini sono stati sempre scelti dagli abitanti dell’appartamento, tramite una sorta di colloquio di presentazione generale. E anche quest’anno, per rimpiazzare un coinquilino che ha preso la sua strada, Bernardo e i suoi amici si sono ritrovati a parlare con tante persone per cercare quella giusta. Dopo qualche chiacchierata, finalmente è arrivato il ragazzo perfetto: simpatico, conosce cinque lingue, è laureato in ingegneria chimica e ha vinto una borsa di studio per Scienze della mediazione linguistica in Italia.

Tuttavia, la padrona di casa si è opposta al suo trasferimento nell’appartamento. Il motivo? Il nuovo coinquilino è sudanese. Della serie “se hai la pelle nera, qui non ci puoi entrare“. La signora, inizialmente, si è detta indecisa se dare in affitto la camera o meno; successivamente, Bernardo è riuscito ad avere un appuntamento con lei scoprendo l’amare verità: “Se una persona mi sta antipatica per il colore della sua pelle sono libera di non volerla in casa“. Bernardo, dopo essersi ripreso dall’incredulità, ha fatto notare alla donna che si era appena macchiata di un reato penale, quello di discriminazione razziale.

Ed è proprio questo lo scopo del suo articolo autobiografico: denunciare questo fatto assurdo avvenuto nel 2016 a Torino. I ragazzi hanno lasciato tutti l’appartamento, nessuno escluso. La signora? È stata solo felce e sollevata di non dover più avere a che fare con loro. Senza parole.

Di Giulia Pezzullo

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