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La scuola è per tutti con WeWorld

La scuola è per tutti con WeWorld

Dispersione scolastica, problemi giovanili nell’integrazione e nell’inserimento sono problemi ben radicati nella nostra società. WeWorld è l’associazi

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Dispersione scolastica, problemi giovanili nell’integrazione e nell’inserimento sono problemi ben radicati nella nostra società. WeWorld è l’associazione che si è riproposta di combattere insieme a questi ragazzi per una scuola “più aperta”.

Di Silvia Carletti

I programmi dell’ente nazionale WeWorld sul recupero della dispersione e l’integrazione scolastiche sono tra i più efficaci sul nostro territorio: più di 1500 bambini sono stati coinvolti dalle attività pomeridiane (perché di corsi “integrativi” alla scuola si tratta) dell’associazione.

Entro il 2017 si cercherà di reinserire nell’ambiente scolastico circa 6000 ragazzi tra gli 8 e i 16 anni, laddove povertà o situazioni famigliari difficili hanno inficiato sul loro rendimento e sulla loro vita sociale.

Educazione e istruzione alla portata di tutti, valorizzazione della cultura: sono questi i principi da cui si muove l’attività umanitaria di WeWorld.

Il nostro paese è vittima di fortissimi squilibri fra Nord e Sud, fra città e città interne alle stesse regioni: operando dal 2012 anche in Italia, l’associazione dell’Onlus vuole limare questo confine e sensibilizzare i giovani, le famiglie e gli istituti scolastici alla problematica dell’abbandono precoce dei ragazzi che rinunciano a un loro diritto fondamentale: l’istruzione. “La scuola è un tuo diritto, non rinunciarci!” recita lo slogan di Frequenza200, uno dei più ampi programmi di recupero promossi da WeWorld. I direttori del progetto si sono riproposti di agire a tu per tu con la scuola, perché solo un riscontro pratico può rafforzare la presenza del progetto sul territorio: la questione scolastica non può e non deve avere un ruolo marginale o trascurabile, l’abbandono deve essere uno dei principali motivi d’azione delle scuole.

L’associazione non si è fermata alla semplice istituzione di programmi di recupero e di iniziative sociali, ha voluto anche valutare l’efficienza dei propri operatori, e così si è lasciata “giudicare” da un Comitato Scientifico composto per lo più dai presidi e dai professori delle scuole in cui WeWorld è attivo, da Roma a Milano, da Torino a Cagliari: i risultati sono stati sorprendenti. Il Comitato ha riconosciuto non solo la necessità di un programma come Frequenza200, ma l’importanza che questo ha assunto divenendo esso stesso educativo, “perché porta al centro del processo formativo anche altre istanze: socializzazione, valorizzazione di competenze neglette dall’istituzione scolastica, come quasi tutte quelle artistico creative”.

La polemica si rivolge in questo modo contro la prospettiva “istituzionalizzata” della scuola, che spesso non riconosce la gravità dei problemi che vivono i ragazzi e considera la dispersione scolastica come una questione solo “temporanea” e di secondaria importanza. Per evitare che questo accada, l’organizzazione cerca di mantenere un rapporto capillare su tutto il territorio interessato.

E intanto nel farlo ha già attirato l’attenzione di 3500 giovani collaboratori in percorsi educativi, 1400 famiglie, 180 operatori esterni, ossia volontari che agiscono nell’ente pur provenendo da tutt’altro tipo di professioni, e circa 60 scuole nazionali. Ecco perché questa è la “scuola di tutti”.

Di Silvia Carletti

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