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No al cibo spazzatura nelle scuole, si ai prodotti bio, sani, freschi e naturali

3 parlamentari del Pd propongono una riforma dei distributori alimentari nelle scuole, per contrastare i problemi di alimentazione e obesità. Sarà che

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3 parlamentari del Pd propongono una riforma dei distributori alimentari nelle scuole, per contrastare i problemi di alimentazione e obesità.

Sarà che viviamo in un’epoca dove il cibo, oltre ad essere elemento essenziale per il nostro fabbisogno giornaliero è considerato un lusso che spesso sfocia anche in malattia ed è facile per molti giovani nutrirsi nel modo sbagliato, seguendo diete o consumando prodotti calorici che rapiscono gli occhi per il modo in cui vengono presentati.
Foto, vetrine, social network, nuovi cuochi emergenti, talent, tutto ruota oramai intorno al cibo come accade per ogni moda, si perché oggi il cibo è anche moda; sappiamo bene quanto siamo in grado di farci prendere la mano da tutto ciò che affascina la nostra mente e in questo caso anche il nostro palato, e dal momento che è importante educare non solo le papille gustative ma anche il regime alimentare dei ragazzi, è stata proposta un legge che prevede la modifica dei prodotti venduti all’interno dei distributori che si trovano nelle scuole.
Un bambino su quattro presenta una condizione di obesità, perciò stando a quanto riportano le stime si è pensato fosse necessario modificare qualcosa.

Non sono previste esclusioni di cibi, bensì l’introduzione di nuovi, salutari, magri e allo stesso tempo nutrienti per accontentare tutti.

Questi “nuovi” distributori sono già stati sperimentati in molte province ottenendo consensi, alcuni peraltro possono essere utilizzati mediante una carta personalizzata collegata alla carta di credito (magari di un genitore) evitando ai ragazzi di spendere i soldi della propria paghetta settimanale, anche se il massimo del budget richiesto è di 70 centesimi/2 euro.
Molte scuole scelgono alimenti rigorosamente bio, altri si limitano all’inserimento di barrette a base di frutta secca prive di acidi grassi, additivi, dolcificanti etc.
La proposta verrà inserita all’interno della riforma della Buona Scuola, e come accade per la risoluzione di ogni problema, è necessario partire dalle basi, perciò in questo modo sarà possibile rieducare pian piano i giovani all’alimentazione sana e corretta.

Di Ludovica Gentili

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