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Zesco Stars: l’unione fa la forza!

In Zambia ha preso vita un ambizioso progetto calcistico grazie ad un giovanissimo italiano, classe 1994. A Monze, uno dei più grandi villaggi nel sud

Calcetto mio quanto mi manchi… ma quando si gioca??!!
A scuola con… Antonio Conte!
A scuola con… Fabio Grosso!

In Zambia ha preso vita un ambizioso progetto calcistico grazie ad un giovanissimo italiano, classe 1994.

A Monze, uno dei più grandi villaggi nel sud dello Zambia, il calcio è una cosa importante, ma solo quello inglese: esclusivamente i diritti tv della Premier League si sono spinti tanto lontano.

Le persone infatti o tifano Chealsea o Manchester United. O Zesco Stars.

Gianmarco Duina, milanese doc, era uno sportivo, ma in seguito ad un brutto infortunio ha dovuto abbandonare, ma non del tutto: si trasferisce un anno a Londra e lì nasce l’idea dello Zambia e del suo progetto, “Hopeball”.

Gianmarco ama definirlo un “progetto individuale” perché non è legato ad alcuna associazione umanitaria:

l’obbiettivo è quello di “continuare a vivere lo sport in forma educativa”.

Educare attraverso il calcio non significa insegnare storia e geografia tra un palleggio e l’altro, ma trasmettere i valori positivi dello sport: rispetto, lavoro di squadra, emancipazione, conoscenza del proprio corpo, a dimostrazione che “i valori dello sport esistono ancora”.

L’idea di Gianmarco si è trasformata in una realtà grazie a Gift, ragazzo del posto: l’unione di uno zambiese e di un italiano ha dato vita ad una squadra che partecipa ad un campionato amatoriale ed è riuscita a classificarsi per i play-off.

In Zambia non ci sono vie di mezzo tra gli amatoriali e i professionisti. Anche la Zesco è “una squadra aperta a tutti”, dove giocano insieme bambini e trentacinquenni. Non ci sono le “categorie giovanili” e a dirla tutta “non hanno proprio la cultura del vivaio”- ammette Gianmarco.

Altro aspetto fondamentale ma non rinvenuto nella cultura locale è l’ottica della squadra, intesa come “aggregazione”: il primo habitat in cui ogni uomo sviluppa un istinto simile è la famiglia, ma nelle società occidentali abbiamo modo di affinare questo aspetto grazie al lavoro, la scuola e lo sport stesso. Quasi nessuno ha un vero lavoro o tantomeno studia, quindi è difficile sviluppare una propensione simile. Proprio questo è l’obbiettivo di Hopball, unire, legare insieme persone diverse.

Se da un lato devono migliorare, dall’altro possono vantare anche loro degli ottimi campioni: “ci sono campioni in potenza, ma non ce ne sono perché nessuno li segue”. Speriamo allora che Hopeball inverta questa rotta e si trasformi in un bel trampolino di lancio!

La Zesco si può associare alla nostra Enel o Acea, quindi il nome nasconde in sé la speranza di avere uno sponsor, un domani: Gianmarco ha insistito affinché fosse aggiunto “stars”, come “le stelle che illuminano, ma solo se stanno assieme”.

Di Irene Tinero

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