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I grandi classici, guida alla lettura: Lewis Caroll – “Alice nel paese delle Meraviglie”

I grandi classici, guida alla lettura: Lewis Caroll – “Alice nel paese delle Meraviglie”

Quinto appuntamento con qualche dritta per una sana lettura di uno dei capisaldi della letteratura mondiale. Le avventure della piccola Alice, bambina

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Quinto appuntamento con qualche dritta per una sana lettura di uno dei capisaldi della letteratura mondiale.

Le avventure della piccola Alice, bambina famosa in tutto il mondo ma di cui si sa solo il nome, hanno affascinato ( e confuso…) i lettori di tutti i popoli e di tutte le culture. Oramai personaggi come il Cappellaio matto, la regina di cuori e lo stregatto sono talmente famosi ed iconici da diventare indipendenti dal loro contesto originale. E questo può essere un bene ma può trasformarsi anche in un male, poiché diventa molto facile cadere in una stilizzazione ed in una semplificazione che potrebbe privarli del messaggio di cui originariamente dovevano essere portatori. Questo purtroppo è accaduto con Alice nel Paese delle meraviglie. Per fare un esempio, la regina di cuori e la regina rossa sono diventate la stessa persona quando in realtà appartengono a libri diversi. E lo stesso é successo ad altri personaggi , come il Cappellaio Matto, che a conti fatti non sembra poi tanto matto…

Procediamo con i pro ed i contro di questo meraviglioso libro.

  • Pro:

Contro la follia: se c’è uno stereotipo duro a morire riguardo a questo libro, perpetrato infinite volte da infiniti adattamenti diversi, è che nel Paese delle Meraviglie siano tutti folli e questo mondo in realtà non abbia alcun senso, ma sia il risultato della fantasia lasciata libera dall’autore, senza alcuna logica o controllo. Il mondo di Lewis Caroll, è tutt’altro che insensato o folle e nemmeno un semplice elogio della pazzia come espressione di genialità o di particolarità . Essendo molto complicato e misterioso, è molto più facile semplificarlo come privo di senso. In realtà Caroll si è basato sulla filosofia, la religione ed addirittura sugli studi grammatico- linguistici! Non c’è da sorprendersi che sia complicato. In fondo, non è obbligatorio per un lettore doverlo capire. E questo ci porta al secondo punto.
Il doppio linguaggio della storia: ogni storia (almeno quelle costruite sapientemente) ha un doppio linguaggio. Nel senso che mentre l’autore ci descrive le rocambolesche ed incredibili avventure di una bambina curiosa che segue un coniglio bianco col panciotto, molto probabilmente ci sta parlando di tutt’altro. Allo stesso modo, il dialogo apparentemente senza senso di Alice col Brucaliffo nasconde numerosi significati nascosti e difficili da interpretare. Credo che Caroll sia diventato famoso proprio per aver inventato una sub-storia complicatissima ed intrecciata, ma che ha una sua logica e puó essere capita. Oppure no. Ed in questo sta la sua bellezza, poiché sia che decidessimo di approfondire la lettura e capire ogni suo segreto o ci limitassimo a gustarci le avventure di Alice, godendo solo delle limitate strizzate d’occhio che i passaggi più complicati ci lasciano intravedere sul suo significato recondito, resta un libro entusiasmante, divertente, sorprendente ed unico nel suo genere.

  • Contro:

Quando il labirinto diventa troppo intrecciato: è vero che questo libro può essere letto e goduto anche al suo livello di interpretazione più superficiale, ma anche così alcuni passaggi ed eventi sono fin troppo confusi ed ingarbugliati, con un senso molto ostico. Alla lunga una cosa di cui on si riesce ad intuire neanche il senso può stufare, oltre a farti sentire un idiota.

Di Marilisa Lillo

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