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E tu, che categoria sei?

E tu, che categoria sei?

Quelli che oggi fanno scuola in tv o dietro belle cattedre erano un tempo giovani, ferventi “intellettuali in erba”: chi sono gli “agitatori culturali

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Quelli che oggi fanno scuola in tv o dietro belle cattedre erano un tempo giovani, ferventi “intellettuali in erba”: chi sono gli “agitatori culturali” dei nostri tempi?

I giovani intellettuali di oggi sono studenti e neo-laureati, massimo sulla trentina, il cui regno incontaminato è il web: esattamente noi.
Vediamo tutte le categorie in cui si divide il giovane mondo culturale!

Anarco-Conservatori.
Interpreti: Sebastiano Caputo e Lorenzo Vitelli.
Testata: L’Intellettuale dissidente.
Progetto definito “a costo zero”, che vive sulle donazioni dei lettori e dei ricavi della propria casa editrice, “Proudhon”.
Rifiuto totale di pubblicità e fondi pubblici.

Pur offrendo una “rappresentanza culturale” ai propri coetanei, si oppongono al “giovanilismo”.

Anticonformisti. Della serie, “non guardiamo in faccia nessuno”.
Interpreti: Alessandro Amorese, 40 anni.
Casa editrice: Eclettica, del 2009.

Parole d’ordine per comprendere il loro credo: “preziosismo” e “trasversalità”.
Tanto per dare un’idea di quanto il prodotto sia di nicchia, si pensi che tra gli ultimi libri proposti ci sono biografie di Beppe Nicolai e saggi su Marcuse e Bruno Leoni.

Antimoderni.
Interpreti: Andrea Scarabelli e Gianfranco De Turris.
Due redattori da inserire nella categoria “giovanissimi”, ma che nonostante questo hanno già proposto lavori su Tolkien, Disney, la fantascienza e alcuni “economisti eretici”. Per il futuro hanno in programma il cinismo da sognatore alla Bukowski e testi su Borges.
Testata: Antares.

Raccogliere le voci critiche nei confronti del mondo moderno: non si definiscono nè progressisti, nè conservatori, piuttosto si presentano come una “terza via”.
Lo stesso si potrebbe dire a livello politico, piano su cui rifiutano sia destra che sinistra, categorie “esaurite”.

Comunitaristi.
Interpreti: Fabrizio Fratus, direttore.
Testata: Il Talebano.

A differenza delle categorie descritte sinora, questo gruppo si definisce un minimo a livello politico: l’estrazione della maggioranza è la destra anti-sistema e la Lega Nord. Ad oggi molti militano nel M5S e alcuni sono attivi nella sinistra antagonista.
Credono fermamente nella Patria, ma non nella Nazione, e in virtù di questa sperano di avviare il progetto “la rete delle 1000 patrie”, un’organizzazione comprendente 17 realtà politiche su tutto il territorio, che dimostra quanto si oppongano alle democrazie parlamentari, a cui preferiscono modelli elitari da piccole comunità.

Patriottici.
Interpreti: Michele De Feudis.
Testata: Barbadillo. Aperto a giovani tra i 18 e i 30 anni, e tanti accademici, compresi nella sezione “eretici over 35”.
L’obiettivo è diffondere un filone culturale patriottico e sovranista che non parli tanto al cittadino comune, quanto ad una nuova classe dirigente, interessata a “governare” che non ad essere “marginale”.

Reazionari. O “refrattari-reazionari”, se preferite.
Interpreti: Marco Solfanelli.
Il loro mezzo di comunicazione è una casa editrice destrorsa, eredità di Solfanelli senior, molto aperta al mondo della provincia e agli scrittori emergenti.
Ammette il giovane Marco di essersi dovuto “arrendere alla modernità”, appoggiandosi ad un call-center per fidelizzare i lettori e ai social network.

Sovranisti.
Interpreti: Adriano Seianca, direttore.
Testata: Primato Nazionale.
Antiglobalisti, no alla sinistra culturale, no alla destra economica e no al centro politico.
L’opposizione al sistema ha l’obiettivo di sottolineare le eccellenze italiane ed europee.
Nemico giurato: gli hacker democratici.

Sono tutti giovani, stanchi, arrabbiati e quindi irriverenti e spontanei come solo i 20enni sanno essere.
È evidente, sia a livello politico che ideologico, che il rigetto sociale si affianca ad un bisogno di unione: tendenzialmente si rifiutano le categorie di destra e sinistra, percepite come “superate” e tutti insieme dobbiamo cercare una via alternativa, che semplicemente cambi le cose.
Allora avanti tutta, l’unione fa la forza!

Di Irene Tinero

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