Tempo di lettura: 2 Minuti

I professori tornano sui banchi di scuola

Il ministro dell'istruzione Giannini ha presentato i sei punti chiave del nuovo piano scolastico. I docenti avranno una pagella e dovranno frequentare

Milano: a scuola con la Realtà Virtuale
Poesie da indossare: una maglietta per la letteratura
Test di medicina omofobi, è polemica

Il ministro dell’istruzione Giannini ha presentato i sei punti chiave del nuovo piano scolastico. I docenti avranno una pagella e dovranno frequentare corsi di formazione. #FacceCaso.

Da quest’anno i docenti torneranno sui banchi di scuola per formarsi. Tutti i professori di ogni ordine e grado dovranno partecipare alla formazione che sarà organizzata dalle singole scuole in rete all’interno degli ambienti territoriali. Le priorità sono sei:
1)Il digitale
2)Le lingue
3)L’alternanza scuola-lavori
4)L’inclusione
5)La prevenzione del disagio giovanile
6)L’autonomia didattica

Ogni docente avrà una specie di pagella che valuterà la qualità della sua formazione utile ai dirigenti che si troveranno a dover assumere nuovo personale. L’ex sottosegretario e mastro di strada a Napoli Marco Rossi commenta: “Perché non si fa una proposta banale? Basterebbe utilizzare le due ore della programmazione per fare formazione; in quel tempo gli insegnanti senior potrebbero facilitare il lavoro di gruppo aiutando a riflettere sui risultati d’apprendimento e su quelli relazionali. Non c’è formazione migliore che riflettere sul proprio lavoro. Non è detto che puntare sul digitale significa innovazione: la tecnologia è già pervasiva. La vera competenza è come accompagnare chi è digitale a non avere una visione manichea dell’esplorazione del mondo”.

Molto critica al riguardo anche Franca Pinto Minerva, storica pedagogista: “Temo che nella formazione dei docenti si trascuri la dimensione riflessiva che va oltre le tecniche e i contenuti. L’insegnante ha bisogno di essere motivato, stimato. Ancora una volta c’è il rischio di fare una formazione senza anima, la Legge107 non ha un processo di umanizzazione. Vanno bene le priorità fissate ma ci dev’essere qualche momento per parlare della consapevolezza pedagogica”.
La percentuale dei professori italiani che partecipano alle iniziative di formazione in servizio, è di gran lunga inferiore a quella del resto d’Europa. Il Miur punta a colmare questo vuoto con un piano che mette a disposizione 325 milioni di euro, oltre 1,1 miliardi della famosa carta docente. #FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0